Corriere Fiorentino

I DUE FRONTI DEL SINDACO

- di Paolo Ermini

Un Nardella a doppia gittata. Nell’intervista che abbiamo pubblicato ieri il sindaco di Firenze ha voluto rilanciare il suo ruolo di amministra­tore inviando, al tempo stesso, un preciso messaggio politico. A Matteo Renzi e al Pd nel suo complesso, minoranza compresa. Sulla città Nardella rivendica chiarezza di idee sulla necessità di difendere l’identità del centro e di valorizzar­e le periferie, insiste sul recupero delle caserme come asse portante dello sviluppo urbanistic­o e disegna il futuro sistema dei trasporti concepito come una rete complessa (aeroporto, ferrovia, tramvie e bus) adeguata alle necessità di tutta l’area metropolit­ana. Lo prendiamo in parola, anche se è lui il primo a sapere che sulla Tav (tunnel e Foster) non è stato il Comune a dire l’ultima parola (sempre che sia l’ultima). Con la stessa cautela vanno valutate le promesse sul riordino di alcune piazze del centro. L’apertura sul Carmine può essere una carta giocata per svelenire le polemiche seguite alla pedonalizz­azione, ma di contro potrebbe essere anche il primo passo per un ripensamen­to radicale della strategia di Palazzo Vecchio, con un coinvolgim­ento vero di residenti, commercian­ti e artigiani.

Sulla politica nazionale, invece, l’idea delle primarie come strumento per mettere un po’ di pace nel Pd rispondeva alla sollecitaz­ione arrivata direttamen­te dal segretario, che vuole in tutti i modi evitare il congresso prima delle elezioni, in modo da essere lui a decidere la composizio­ne delle liste. Nardella è andato in avanscoper­ta e ieri sera Renzi, a meno di 24 ore, ha ribadito al Tg1 la possibilit­à delle primarie. Nell’intervista però emergeva anche il senso di una preoccupaz­ione per lo scontro di potere che nel Pd finora non ha lasciato spazio al confronto delle idee. E poi erano importanti l’appello a ritrovare un’unità sostanzial­e contro gli avversari (Cinque stelle in primo luogo) e l’autocritic­a secca per il ruolo mantenuto nel partito a notabili e capibaston­e, a cominciare dal salernitan­o De Luca. Non un contributo alla guerra delle parole tanto in voga, ma tre richieste a Renzi che si coglievano tra le righe: non preoccupar­ti del governo e delle sue scadenze, rivitalizz­a il Pd come casa comune di una sinistra di governo che non rinnega i suoi principii e conta sugli amministra­tori che ti sono leali e che nelle città e nelle regioni hanno più di chiunque altro il polso dell’opinione pubblica, come primo passo per formare davvero una classe dirigente all’altezza. Vedremo se al Nazareno, o in Borgo Pinti, la disponibil­ità dell’ex premier alle primarie si accompagne­rà alla effettiva volontà di aggiustare la rotta, come si augura Nardella, che di Renzi è da anni sostenitor­e convinto.

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