Ville e case occupate, Palazzo Vecchio vende
Da viale Michelangiolo a via del Leone, 60 immobili che potrebbero anche essere comprati in blocco
Palazzo Vecchio mette in vendita 61 immobili. Ci sono due villette sul viale Michelangelo, una colonica in via Bolognese, ma anche lo stabile occupato in via del Leone. Il Comune ha messo a bilancio per il 2017 un ricavo di 4 milioni, ma punta a incassarne circa 12. E la gara potrebbe anche essere in blocco, non per ogni singola proprietà, annuncia l’assessore Federico Gianassi.
Palazzo Vecchio mette in vendita le ultime sue case (non di edilizia pubblica). Un elenco di 61 immobili in cui c’è un po’ di tutto, compreso una colonica accanto a piazza Artom ed alcune villette sul viali Michelangelo, accanto a villa La Vedetta. Ma c’è anche l’immobile occupato in via del Leone, al centro da anni di polemiche, soprattutto dopo la manifestazione fatta los corso 25 aprile, in cui alcune persone partecipanti al corteo uscito da quell’occupazione imbrattarono mezzo Oltrarno, minacciando anche alcuni residenti che protestavano. Un segnale, forse, che per quella realtà autogestita si pensa ad uno sgombero: venderla occupata sarebbe un’impresa.
Tutti cespiti che erano, in qualche modo, già nella prospettiva di essere venduti: da quell’elenco, l’anno scorso, 5 sono già finiti a gara. Ma quest’anno il Comune pensa di metterli in vendita con più forza, magari a «pacchetti», preparando non solo gare singole per ogni immobile ma anche a «manifestazioni di interesse» per chi volesse comprarseli in blocco tutti o almeno in parte. Un modo per incrementare l’introito immediato, alzare nel 2017 la capacità di vendita e usare quei fondi soprattutto per gli investimenti.
Scorrendo l’elenco, si trova una intera palazzina in via dei Pepi, due ex immobili rurali in via Bolognese. Altri saranno più complicati da vendere, come il palazzo tra i due rami di ferrovia nel sottopasso di via del Romito. Ma ci sono anche case in via Carraia, a Novoli, come a San Bartolo a Cintoia, in via Montegrappa o in via Maestri del Lavoro. E nel novero delle proprietà da mettere a bando, c’è pure l’Ufficio Unesco di via dei Servi.
Ad occuparsi della vicenda, è l’assessore al patrimonio non abitativo Federico Gianassi. È lui che ha ipotizzato la vendita «in blocco», insieme al collega al bilancio Lorenzo Perra. Tutti o in parte, proprio per velocizzare la dismissione. In molti casi, gli immobili vengono da un percorso normativo o hanno requisiti che rendono difficile l’inserimento nell’edilizia residenziale, sono alloggi isolati (quindi di difficile gestione da parte di Casa spa o del Comune) e con un bisogno di manutenzione a costi superiori a quelli previsti per l’edilizia pubblica che ha parametri di legge più bassi di quelli sostenibili da parte del pubblico.
Prudenzialmente, nel bilancio previsionale 2017 sono stati inseriti solo 4 milioni dalla vendita di questi appartamenti. Il resto, 19 milioni, sono previsti dalla vendita dei depositi Ataf (che dovranno restare destinati a questo scopo). Ma è ovviamente possibile aumentare la cifra di introiti in corso dell’anno senza nessun problema.
«Non è nostro interesse gestire a prezzi di mercato questi immobili per gli affitti — spiega Gianassi — Abbiamo così definito questi 60 immobili e invece di andare a venderli uno ad uno, potremmo venderli tutti insieme: questo però con sempre la possibilità di vendere il singolo immobile ad un singolo acquirente». La cifra complessiva che l’assessore al bilancio Lorenzo Perra si aspetta da questa alienazione è intorno ai 10-12 milioni di euro.
Previsioni Palazzo Vecchio ha già messo a bilancio 4 milioni, ma punta a incassarne fino a 12