Scuola Uffizi
Gli studenti del Peano al lavoro in musei e teatri
Sperimenteranno come si lavora nell’ufficio catalogo, come ci si orienta nel gabinetto fotografico, quale precisione serve all’ufficio restauri, come ci si rapporta ai visitatori all’infodesk o cosa significa avere a che fare con la comunicazione digitale e con la mediazione culturale. Saranno per primi i ragazzi delle terze classi del Peano che si metteranno alla prova con i mestieri che servono in un museo del calibro della Galleria degli Uffizi.
Il progetto fa parte dell’alternanza scuola lavoro, resa obbligatoria dalla legge sulla Buona Scuola e che per tre anni coinvolgerà circa cento studenti dell’istituto fiorentino che avranno l’opportunità anche di imparare, sul palco del teatro della Pergola, come si parla in pubblico. Gli studenti andranno prima a lezione dagli esperti degli Uffizi, ma anche dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale e dagli animatori del centro di avviamento all’espressione del Teatro della Pergola. Saranno poi i loro professori, a scuola, a spingere sull’acceleratore dell’insegnamento di materie utili al progetto da storia dell’arte all’uso delle lingue straniere. Infine la prova sul campo, 30 ore per muoversi nei diversi uffici della Galleria. «Un progetto simbolo della nostra collaborazione sull’alternanza scuola lavoro — commenta il direttore Eike Schmidt — che porta gli studenti accanto alle professionalità del museo in una interazione diretta, per non dare solo un’occhiate dietro le quinte ma per una vera esperienze da usare nel futuro». L’istituto Peano aveva già sperimentato in passato un altro progetto con il dipartimento Scuola e Giovani degli Uffizi quello degli «Ambasciatori dell’Arte» che spingeva i ragazzi a imparare come si racconta un’opera e come si accolgono i visitatori, il nuovo percorso di alternanza scuola-lavoro sulle «Professionalità nei beni culturali» va oltre, permette di andare a toccare con mano il complesso meccanismo messo in piedi dal ministero dei Beni Culturali, nelle sue articolazioni territoriali.
I ragazzi saranno incoraggiati in particolare a fare attenzione ai modi con cui il patrimonio artistico viene reso fruibile a tutti e a prendere consapevolezza di come si difende una ricchezza che appartiene alla comunità. «L’al- ternanza ci spinge a ripensare la formazione dei ragazzi, a superare i vecchi schemi — commenta la preside del Peano Maria Centonze — Per raggiungere tutti gli obiettivi, come l’identità culturale o le competenze civiche, è quantomai indispensabile la collaborazione delle altre istituzioni del territorio».
Un modo diverso di fare scuola, quello dell’alternanza, sostenuto da sempre dal sottosegretario all’istruzione Gabriele Toccafondi che lo vede anche come unico «antidoto» alla disoccupazione giovanile che secondo gli ultimi dati ha raggiunto il 40%: «Il mondo del lavoro ci dice da alcuni anni che i ragazzi sono deboli in competenze, si presentano al termine del loro percorso scolastico e universitario senza o quasi senza esperienze reali. In un periodo di crisi le aziende non investono in formazione. La scuola torna ad essere anche luogo del saper fare. Abbiamo invertito la rotta grazie all’alternanza scuola lavoro, ai post-diplomi professionalizzanti o ai percorsi di apprendistato a scuola». L’appello di Toccafondi è per le imprese che si aprano alla scuola, «da soli non possiamo dare occasioni vere per acquisire competenze».
Le materie Impareranno mediazione culturale, tutela dei beni, e rapporto con i turisti