«Serve il congresso Per non consegnare l’Italia ai populismi»
Deputata Elisa Simoni, lei conosce Renzi da sempre. Si aspettava un momento così difficile per il segretario e il Pd?
«È arrivato il giorno dopo il referendum, con quei numeri...».
Lei rivendica sempre la sua formazione comunista, ha fatto da pontiera tra sinistra e renziani e ha sempre rispettato la disciplina di partito. Stavolta ci sarà la scissione?
«Sarebbe una sciocchezza. La sinistra è sempre uscita più debole».
Allora, prima di tornare alle urne, cosa deve fare il partito: congresso o primarie?
«Il tema ora è ribaltato, serve responsabilità: con questa legge si può mandare l’Italia alle elezioni? No, perché non c’è governabilità, perché nessuno dei tre principali schieramenti arriverebbe al 40%». E quindi? «Come rappresentanti degli italiani dobbiamo prima approvare una legge elettorale che garantisca governabilità, omogeneità ed estendendo la doppia preferenza uomo-donna anche al Senato. In più: io sono per il premio di coalizione, con sbarramento sopra 4%. Queste sono le uniche cose serie fattibili per gli italiani, solo poi si potrà rivotare».
Nel frattempo però c’è la questione politica interna al Pd.
«Dopo la scoppola al referendum ho sempre pensato che ci volesse un congresso, per rilanciare e rilegittimare il Pd. Per dimostrare agli italiani che abbiamo capito gli errori. Se portiamo il nostro partito in questo stato alle elezioni, le perdiamo, spalancando il campo ai populismi. E noi non possiamo permetterlo, perché il nostro partito rappresenta tutta un’altra storia e un’altra cultura».
Adesso serve responsabilità: con questa legge si può mandare l’Italia alle elezioni? No, nessuno arriverebbe al 40%