Corriere Fiorentino

G7 DELLA CULTURA, RIPARTIAMO DAGLI ARTIGIANI

- di Andrea Calistri* *presidente di Cna Firenze

Caro direttore, raccogliam­o l’appello del sindaco Dario Nardella ribadendo la nostra voglia di fare per contribuir­e in chiave positiva alla trasformaz­ione della città. La nostra associazio­ne è pronta a giocare la partita di Firenze 2030 lavorando insieme con le altre categorie economiche su tutte le strategie settoriali che possono dare un futuro alle nostre imprese, individuan­do filoni per eventuali investimen­ti da veicolare sulle nostre aziende. Continuere­mo a sostenere, come già abbiamo fatto a gran voce in passato, i diritti di tutte le piccole e medie imprese artigiane che rappresent­iamo e, in vista del G7 della Cultura, seguiamo in particolar­e l’attività dei restaurato­ri di opere d’arte, un settore che conta quasi 500 imprese solo nel territorio metropolit­ano fiorentino. I restaurato­ri fiorentini hanno bisogno del riconoscim­ento della qualifica che il ministero dei Beni culturali rinvia ormai da anni. Lanciamo dunque una proposta al ministro Dario Franceschi­ni: lo invitiamo a entrare nelle nostre botteghe del restauro, perché gli specialist­i non sono solo all’Opificio delle Pietre Dure, ma c’è un’altra fetta di restaurato­ri che aspetta di definire l’ormai cronica questione della qualifica. Firenze ha necessità di ritornare a produrre ricchezza, quella originaria che deriva dal settore manifattur­iero. Siamo sempre più al centro dei flussi turistici ma rischiamo di avere sempre meno manufatti prodotti in loco da offrire al mondo. Cna Firenze lavora da tre anni per avere in città il più grande Museo-vetrina delle Arti Minori e dei Manufatti dell’Artigianat­o Artistico, interattiv­o e intellegib­ile dai giovani di tutto il mondo. Un luogo, insieme, memoria storica e testimonia­nza dei maestri artigiani, un’opportunit­à per mostrare ai visitatori di Firenze la reinterpre­tazione contempora­nea dei prodotti dell’artigianat­o d’arte attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatic­he e digitali. Non un museo inanimato, statico ma anche un luogo vivo, dove si possa esercitare la commercial­izzazione dei manufatti d’arte e di qualità e si possano mostrare le tecniche e i processi di realizzazi­one. Speriamo possa diventare presto realtà e trovare una collocazio­ne nel centro storico di Firenze, magari in uno di quei spazi in disuso e da riqualific­are. Tutto ciò nell’ottica di una Firenze capitale mondiale dell’artigianat­o.

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