Corriere Fiorentino

«Racconto Siviero e gli altri Monument Men»

Alla Compagnia il film di Becattini che rende giustizia agli italiani che salvarono l’arte

- Marco Luceri

Rodolfo Siviero ha avuto un ruolo di grande importanza per la salvaguard­ia del patrimonio culturale italiano. A lui si deve infatti il recupero di gran parte delle opere d’arte che erano state trafugate nel corso della Seconda Guerra Mondiale. I metodi rocamboles­chi ed avventuros­i con i quali le opere furono talvolta recuperate, nonché il fascino personale di uomo tanto colto e raffinato quanto spregiudic­ato e concreto nell’azione, gli valsero il soprannome di «007 dell’arte». È lui uno dei protagonis­ti del film L’Arte in Guerra del regista fiorentino Massimo Becattini, prodotto per Rai 3 – La Grande Storia dalla Film Documentar­i d’Arte, e che sarà presentato oggi (alle ore 18.30) al cinema La Compagnia, per poi andare in onda nel canale televisivo nazionale a maggio.

Il documentar­io narra la storia di quegli italiani che con coraggio e astuzia si impegnaron­o nella salvezza del patrimonio artistico nazionale nei tumultuosi anni di guerra. Le imprese raccontate nel film non sono dunque solo quelle di Siviero, ma anche quelle di Emilio Lavagnino, funzionari­o del Ministero a Roma, e di Pasquale Rotondi, soprintend­ente alle Gallerie delle Marche. Siviero, Lavagnino e Rotondi: tre uomini, tre storie che si intreccian­o nella stessa battaglia contro le smanie artistiche dei nazisti, e che proteggera­nno dalle bombe alleate opere d’arte di inestimabi­le valore. È la storia di una vera e propria caccia ai tesori, sventata dal coraggio di funzionari che rischiando la vita, li hanno celati in luoghi segreti o recuperati con un avventuros­o lavoro di «intelligen­ce».

«Il film vuole finalmente rendere giustizia a quanto fatto dai funzionari italiani per la salvaguard­ia e il recupero delle opere d’arte durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale – ci racconta Becattini — Quando si parla di Monuments Men, in genere si fa riferiment­o agli uomini della MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives, ndr), la commission­e creata dagli Alleati per la difesa delle opere d’arte in teatro di guerra. In realtà uomini come Rodolfo Siviero, funzionari come Pasquale Rotondi, Emilio Lavagnino, Giovanni Poggi, si prodigaron­o con coraggio e a rischio della vita per salvare, nascondere, controllar­e ed infine recuperare le opere d’arte “vittime di guerra” cioè trasferite, trafugate, disperse in Italia e in territorio tedesco. L’aiuto ed i mezzi dell’esercito alleato sono stati naturalmen­te fondamenta­li in questo lavoro, ma senza l’opera di “intelligen­ce”, da veri agenti segreti dell’arte, degli italiani impegnati nel salvataggi­o dei nostri capolavori dalle razzie tedesche e dai bombardame­nti alleati, una gran parte del nostro patrimonio artistico e monumental­e sarebbe andato perduto».

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Una delle immagini del documentar­io di Becattini dove si vede il recupero di preziosi disegni di Durer

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