Ultimo addio all’Opg Restano i detenuti, ma solo per il trasloco
Oggi esce l’ultimo internato dall’Opg di Montelupo. È la fine di un’epoca, anche se nella Villa medicea continueranno a starci alcuni detenuti che stanno aiutando il personale a traslocare. È comunque una questione di giorni, poi la struttura sarà completamente vuota. Ieri mattina, intanto, si è fatto un punto al Comune, dove il sindaco Paolo Masetti ha incontrato gli interlocutori istituzionali. È stata tracciata una road map per un obiettivo finale: fare della Villa medicea un patrimonio dell’Unesco e permettere che questa struttura abbia una gestione pubblicoprivata. Dopo la firma del protocollo, ieri quindi la prima riunione del tavolo tecnico. Ora la parola passa a sei tecnici chiamati a elaborare il bando per l’individuazione del progetto di fattibilità. Tra i requisiti necessari: la previsione di sostenibilità economica. Il sindaco Masetti commenta: «Si tratta di un momento di passaggio importante per il nostro paese». Il primo cittadino spiega anche di voler coinvolgere la cittadinanza: «In un secondo momento chiameremo anche i cittadini ad esprimersi sul futuro della Villa». Nasce anche un’area interamente dedicata alle informazioni relative ai lavori del tavolo istituzionale per rispettare«un’ottica di trasparenza e condivisione delle informazioni», chiosa il sindaco Masetti. In questi mesi si è fatta strada l’ipotesi di far nascere un Museo della Memoria, che raccontasse la vita di chi è passato in quella struttura ma anche l’esistenza di chi in quella struttura ha lavorato. Sempre in questi mesi si è anche discusso sull’opportunità di «declinare» la struttura a un uso pubblico, magari trasformandola in un campus universitario d’eccellenza. E nelle scorse settimane si è anche ipotizzato di fare una serata che restituisse questa struttura ai montelupini. La villa medicea è infatti diventata manicomio criminale nel 1866, il primo del Regno d’Italia e dal 1975 ospedale psichiatrico giudiziario. Per moltissimi anni — al di là del personale medico e degli agenti di custodia — sono stati in pochissimi a sapere che cosa ci fosse dietro quelle mura. Ieri l’attività dell’Opg è continuata a ranghi ridottissimi: soltanto una macchina della polizia penitenziaria è, infatti, uscita dal cancello di questa villa che domina il paese della ceramica. La sensazione che si respira è quella di un’epoca che è ormai chiusa.