Quarto delfino morto, si teme l’epidemia
A Baratti l’ultimo caso. L’Arpat: eventi collegati tra loro. Prende quota l’ipotesi morbillo
L’immagine triste di un delfino morto in spiaggia. Il quarto sulle coste toscane in quattro giorni. Ieri mattina nel golfo di Baratti, davanti alla sede del circolo velico, un esemplare di un metro e settanta di stenella striata è stato trovato senza vita sulla battigia. Anche gli altri tre appartenevano alla stessa specie di delfino: il primo spiaggiato sabato a Piombino, il secondo domenica a Marina di Cecina, il terzo lunedì ad Antignano (Livorno). Sempre lunedì era arrivata la notizia di una stenella senza vita sul litorale romano.
Il sospetto di Arpat, che ieri ha svolto una prima autopsia su due dei quattro animali, è che possa trattarsi di un focolaio di morbillivirus. Ieri mattina, a Baratti, sono intervenute la capitaneria di porto di Piombino e Arpat. Ma ieri pomeriggio, tutti gli occhi erano puntati sulle autopsie disposte sui delfini spiaggiati ad Antignano e Marina di Cecina, un maschio e una femmina molto giovani. Nella sede livornese della società Petracchi, si sono riuniti i biologi di Arpat e i veterinari dell’istituto zooprofilattico del Lazio e della Toscana. Escluse ferite esterne e quindi la collisione con le eliche delle navi, con le reti da pesca o l’attacco di altri animali, e una volta esaminato l’interno degli animali per scartare la possibilità di un’asfissia provocata da un pezzo di plastica ingerito, gli esperti hanno prelevato dei tessuti per inviarli all’Università di Siena: lì si cercheranno tracce di piombo e mercurio, ma soprattutto di patogeni.
«Non si può parlare di epidemia perché al momento non ci sono risultati certi — dice uno dei veterinari presenti all’autopsia — ma la preoccupazione che si possa trattare di un focolaio di morbillivirus c’è». A svelare ancora più dettagli sarà forse l’autopsia sul delfino spiaggiato a Baratti: è molto meno decomposto rispetto agli altri tre e l’esame potrà fornire molti più dettagli. Gli esperti di Arpat non si sbilanciano, ma ammettono che i quattro delfini potrebbero «collegati tra loro», visto il breve tratto di costa in cui sono stati trovati in appena quattro giorni. Sono stimate in 6.500 esemplari le stenelle presenti nel «Santuario dei cetacei», l’area tra la Toscana, la Corsica, la Liguria e la Provenza, in cui si concentrano delfini e balene, attratti dalla ricchezza della fauna di questi mari. Oltre alle stenelle si stimano circa 450 delfini tursiopi (i più avvistati dall’uomo, perché si avvicinano a riva) e 350 balenottere comuni.
In Toscana — secondo i dati Arpat — si spiaggiano in media tra i 15 e i 20 cetacei all’anno. Nel 2013, a causa di un focolaio di morbillivirus furono ben 46. I quattro degli ultimi giorni rappresentano un’anomalia a cui gli esperti guardano con preoccupazione.