I 40 anni di Bahrami Nel segno di Bach
Oggi alla Red di Firenze il pianista iraniano
Che lui sia rimasto folgorato dalla musica di Bach sin da bambino è cosa nota: lo ha raccontato più volte anche qui a Firenze Ramin Bahrami, il pianista iraniano che ha fatto dell’esecuzione della musica del compositore tedesco una ragione di vita, nata quando Ramin aveva appena cinque anni e ascoltò per la prima volta a Teheran la sua musica in un’esecuzione di Glenn Gould. Il sodalizio con l’artista che lui considera una sorta di «quinto evangelista» da allora non si è mai interrotto anzi ha segnato anche la sua vita sentimentale e privata. Qualche giorno fa diceva in un’intervista al Corriere della Sera rilasciata ad Enrico Parola: «Ho conosciuto la mia futura moglie a una masterclass che ho tenuto a Roma su Bach e la prima cosa che mi colpì di lei fu il modo con cui aveva interpretato la seconda suite inglese». Oggi, alle 18,30 alla Feltrinelli Red di Piazza della Repubblica, lo stesso Bahrami parlerà di questa folgorazione con Valeria Ronzani con cui presenterà il suo 40 anni con Bach, un doppio album inciso con Decca e nato con l’idea di festeggiare il suo 40° anno di età (Ramin è nato a Teheran il 27 dicembre del 1976 e qui ha vissuto sino agli 11 anni, quando, a seguito della rivoluzione di Khomeyni, la sua famiglia costretta a rifugiarsi in Europa è stata accolta in Italia). Nel Cd sono incisi 40 brani selezionati personalmente del pianista che ripercorrono la sua straordinaria carriera: dalle Variazioni Goldberg al Concerto Italiano BWV 971, dalla Passione secondo Matteo alle Suites Francesi e Inglesi. La raccolta è impreziosita dall’Ave Maria di Gounod/Bach con Frate Alessandro e dalla prima pubblicazione della Marcia Persiana op. 289 di J. Strauss II trascritta da Bahrami stesso.