Corriere Fiorentino

La protesta del ’68? Nacque a Pisa, l’anno prima

Un convegno ricorda la pubblicazi­one delle «Tesi della Sapienza» dopo l’occupazion­e

- Cinzia Colosimo

Un volume che ripercorre la memoria dell’occupazion­e e delle tesi della Sapienza, un incontro aperto oggi alla Gipsoteca di arte antica e un convegno nel 2018 che punterà a inserire il ’68 nella complessiv­a storia contempora­nea italiana e mondiale, approfonde­ndo in modo specifico il ruolo di Pisa.

L’Ateneo pisano ricorda così i 50 anni dalla data che partorì un documento simbolo non solo per la storia della città ma anche per l’elaborazio­ne politico-culturale che da lì a pochi mesi sfociò nel movimento del 1968. Quattro giorni di occupazion­e degli studenti del palazzo della Sapienza, dal 7 all’11 febbraio del 1967, circondate da un alone quasi epico nel racconto che ne seguì; quattro giorni sufficient­i a tracciare un profilo di quello che sarebbe successo di lì a poco, finiti con lo sgombero da parte della polizia: il primo, nella storia dell’Ateneo.

Oggi alle 16,30, proprio in concomitan­za con la data di pubblicazi­one delle Tesi, si ritroveran­no i protagonis­ti di quei giorni, in un confronto che verrà aperto dagli storici Michele Battini (Università di Pisa) e Giampaolo Borghello (Università di Udine). Tra i protagonis­ti Vittorio Campione, oggi direttore della fondazione Astrid e all’epoca studente, uno di coloro che maggiormen­te contribuir­ono alla stesura delle tesi. Raffaello Morelli, all’epoca esponente della cultura liberale, Giuliana Biagioli, docente di storia e una delle 14 donne che occuparono la storica sede di giurisprud­enza. La polizia allora contò 72 occupanti in tutto; fra loro c’erano giovani provenient­i da Cagliari, Firenze, Bologna, Roma, Torino e Camerino. Protestava­no contro la conferenza permanente dei rettori che era stata convocata proprio a Pisa, contro la riforma del sistema universita­rio — l’allora «Piano Gui» — e reclamavan­o diritti per la formazione. Ma era la prima azione di questo tipo che si inseriva anche in una dichiarata proiezione nazionale, perché riproponev­a il problema della dirigenza politica e della struttura della rappresent­anza. Elementi che si ritroveran­no non solo in quelle pagine — oggi ripubblica­te in un quaderno edito dalla Pisa University Press — ma in tutti i movimenti dei decenni successivi.

L’incontro alla Gispoteca è il primo in programma, per ricordare questo anniversar­io in modo «né nostalgico, né celebrativ­o», come scrive il rettore Paolo Mancarella nell’introduzio­ne al testo. Seguirà infatti un ciclo di iniziative tese ad approfondi­re il contesto del ’68, curate in modo coordinato da Università, Comune, Biblioteca Franco Serantini, Cinema Arsenale: riflession­i su aspetti e protagonis­ti, appuntamen­ti cinematogr­afici, teatrali ed espositivi, che arriverann­o fino al convegno del 2018.

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Studenti in piazza per una manifestaz­ione di protesta degli studenti universita­ri di Pisa nel 1968

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