LA MENTALITÀ DA ROVESCIARE
Minimarket chiusi dopo cena, sagrati delle chiese liberati dagli abituali bivacchi nelle ore notturne: sarebbero questi, secondo quanto è trapelato da Palazzo Vecchio, gli obiettivi delle prime ordinanze che il Comune di Firenze emanerà dopo che sarà entrato in vigore il decreto Alfano-Minniti che dà maggiori poteri ai sindaci su sicurezza e decoro delle città. Sogno o realtà?
Gli ultimi due governi, quello di Gentiloni e quello di Renzi, hanno certamente avuto il merito di cogliere l’allarme crescente che arrivava dalle maggiori città del Paese tentando di dare una risposta concreta alle richieste degli amministratori sempre più impotenti davanti a un crescendo di illegalità, piccole e grandi, e di maleducazione civica. Un mix di imbarbarimento che ha reso sempre più complicata la convivenza civile, avvilita da reati o anche semplici soprusi che sembrano diventati il filo conduttore della vita urbana, soprattutto nei fine settimana. Adesso si cambia musica? Il giro di vite annunciato da poco più di 24 ore dovrebbe dare il la a una svolta che abbiamo a lungo caldeggiato. Ma è vietato farsi illusioni. Non sarà così semplice sconfiggere i writers che imbrattano saracinesche e facciate, gli urlatori della movida molesta, i dispensatori di orina a tutti gli angoli, i venditori abusivi di cianfrusaglie che impediscono fisicamente perfino di passeggiare in alcune vie del centro. Non sarà semplice perché per sorprenderli mentre violano le regole, identificarli, denunciarli e poi eventualmente colpirli con i Daspo (e cioè i provvedimenti che proibiscono a un singolo la frequentazione di un luogo per un certo lasso di tempo), c’è bisogno di controlli serrati. E di controllori adeguati alla bisogna, come formazione, regole d’ingaggio e numero. A cominciare dai vigili urbani, che dovrebbero essere le prime, amichevoli e autorevoli, guardie della città e dei suoi abitanti. Finora tutto questo è venuto clamorosamente a mancare, a Firenze come in ogni altra città alle prese con il degrado e l’usura da eccesso di turismo.
Ma c’è un ostacolo ancora più alto da superare affinché si possa davvero parlare d’inversione di tendenza. Ed è un ostacolo culturale, di mentalità: la consapevolezza che qui, in Italia e anche in Toscana, si possa infrangere ogni norma senza pagare pegno. Di più: molti ormai neanche riescono più a distinguere ciò che è lecito da ciò che non lo è. Non sarebbe accaduto, però, se da chi ci governa, al centro come in periferia, fossero venuti input severi e rigorosi. Al contrario, abbiamo assistito a una catena di colpevoli sottovalutazioni. È arrivato il contrordine. Bene. Sperando che non sia troppo tardi. E che non diventi un ennesimo alibi per dimostrare che, risultati o no, la buona volontà non è mancata. Non ci basterà, questa volta.