LO SPETTACOLO GENDER E LA SCONFITTA DEL BUONSENSO
Caro direttore, reagisco al suo intervento e al dibattito che ne è scaturito. Sulla scuola e sui giovani non si devono giocare partite ideologiche ma serve buonsenso e ragionevolezza. Tutto ciò che sta ruotando intorno alla vicenda dello spettacolo che arriverà sabato a Firenze mi pare abbia dimostrato poco buonsenso e molta ideologia da una parte e dall’altra. Vedere carabinieri intorno al teatro dove è andato in scena lo spettacolo in altre città, gli attacchi alla curia fiorentina per una lettera inviata alle scuole cattoliche o un sindacato che regala biglietti, tanto per fare alcuni esempi, mi chiedo cosa c’entrino con bambini o ragazzi. Non è la prima volta che sul tema si apre una accesa discussione, il Ministero dell’Istruzione non ha mai mancato di dire la sua sul tema e qui vorrei riassumere alcuni concetti più volte espressi: il patto educativo è tra scuola e famiglia, tra genitori e docenti e da lì deve sempre passare tutto ciò che si fa a scuola. La teoria gender, che esiste e per la quale non si è maschio o femmina ma ciò che si desidera diventare, non entra a scuola. Entra a scuola invece e a pieno diritto la lotta ad ogni tipo di discriminazione, anche di genere, senza titubanze perché la scuola è luogo di educazione per eccellenza. I genitori hanno sempre il diritto e il dovere di essere informati e di informarsi di tutto ciò che l’attività scolastica propone dentro e fuori la scuola. Il Miur in questi anni ha sempre ribadito questi punti con note, circolari, comunicati stampa, risposte ad interrogazioni parlamentari... ma questa posizione, che definisco di buonsenso, non può essere la soluzione quando c’è la volontà di creare lo scontro ideologico utilizzando la scuola. Questo da alcuni anni, e lo sottolineo con rammarico, è quello che sta avvenendo. Allora la cosa più sensata che mi sento di ripetere è quella di chiedere a tutti di non usare i ragazzi, i bambini, la scuola come terreno di scontro politico o ideologico. La scuola ha bisogno di tante cose tranne che di questa.