Corriere Fiorentino

LO SPETTACOLO GENDER E LA SCONFITTA DEL BUONSENSO

- di Gabriele Toccafondi* *Sottosegre­tario al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca

Caro direttore, reagisco al suo intervento e al dibattito che ne è scaturito. Sulla scuola e sui giovani non si devono giocare partite ideologich­e ma serve buonsenso e ragionevol­ezza. Tutto ciò che sta ruotando intorno alla vicenda dello spettacolo che arriverà sabato a Firenze mi pare abbia dimostrato poco buonsenso e molta ideologia da una parte e dall’altra. Vedere carabinier­i intorno al teatro dove è andato in scena lo spettacolo in altre città, gli attacchi alla curia fiorentina per una lettera inviata alle scuole cattoliche o un sindacato che regala biglietti, tanto per fare alcuni esempi, mi chiedo cosa c’entrino con bambini o ragazzi. Non è la prima volta che sul tema si apre una accesa discussion­e, il Ministero dell’Istruzione non ha mai mancato di dire la sua sul tema e qui vorrei riassumere alcuni concetti più volte espressi: il patto educativo è tra scuola e famiglia, tra genitori e docenti e da lì deve sempre passare tutto ciò che si fa a scuola. La teoria gender, che esiste e per la quale non si è maschio o femmina ma ciò che si desidera diventare, non entra a scuola. Entra a scuola invece e a pieno diritto la lotta ad ogni tipo di discrimina­zione, anche di genere, senza titubanze perché la scuola è luogo di educazione per eccellenza. I genitori hanno sempre il diritto e il dovere di essere informati e di informarsi di tutto ciò che l’attività scolastica propone dentro e fuori la scuola. Il Miur in questi anni ha sempre ribadito questi punti con note, circolari, comunicati stampa, risposte ad interrogaz­ioni parlamenta­ri... ma questa posizione, che definisco di buonsenso, non può essere la soluzione quando c’è la volontà di creare lo scontro ideologico utilizzand­o la scuola. Questo da alcuni anni, e lo sottolineo con rammarico, è quello che sta avvenendo. Allora la cosa più sensata che mi sento di ripetere è quella di chiedere a tutti di non usare i ragazzi, i bambini, la scuola come terreno di scontro politico o ideologico. La scuola ha bisogno di tante cose tranne che di questa.

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