Corriere Fiorentino

Anti renziani riuniti

Quattro domande a due aspiranti leader Pd: Rossi e Speranza

- G.G.

Al convegno dei ribelli che vogliono ribaltare il Pd renziano, il nome di Matteo Renzi non viene quasi mai pronunciat­o. Nessun attacco frontale al segretario alla Casa del popolo di San Bartolo a Cintoia, durante la prima giornata dell’incontro nazionale della sinistra Pd. Gli organizzat­ori l’hanno chiamato «Può nascere un fiore». E il fiore è la gerbera arancione, il nuovo simbolo della sinistra ribelle, consegnato ai duecento partecipan­ti mentre l’impianto audio manda le canzoni della Mannoia. Alla Casa del popolo, tornano facce del Pd che fu sconfitto da Renzi: ci sono Riccardo Conti, Gianni Biagi e Francesca Chiavacci, Patrizio Mecacci e Tea Albini. Dalla Regione ecco l’assessore Vittorio Bugli, per i «nemici» si affaccia il Richelieu del partito regionale, Stefano Bruzzesi. Via Facebook Nardella si unisce alla distension­e: «Sono molto felice che Firenze ospiti l’iniziativa delle minoranze». Il sindaco si augura poi che il congresso «sia una battaglia di idee, senza odio». «Per riparare il paese (serve, ndr) un’altra economia, un nuovo modello per il lavoro», recita il titolo dell’iniziativa. Gli interventi sono tutti puntati sui massimi sistemi, sulla «finanza senza etica», sulla «quarta rivoluzion­e industrial­e del digitale», sulla «dignità» che non c’è nel mondo del lavoro. «Il tema è come portare più a sinistra il lavoro e l’economia, è solo questo che è importante, oggi», spiega la consiglier­a regionale Serena Spinelli. Sul palco, c’è chi come l’ex ministro Maria Chiara Carrozza, di fronte a tanti capelli bianchi, lascia di stucco più di un militante con una digression­e che parte dai telai del primo Ottocento e si conclude col «ritornare al concetto di cloud computing». Pochi applausi. Il popolo della sinistra Pd s’infiamma invece con Serena Sorrentino (Cgil) e Raffaele Marras (Giovani Dem) quando si arriva al precariato e al Jobs Act. Marras cita il caso Sanremo, del dipendente pubblico invitato sul palco a raccontare che in 40 anni di lavoro non ha mai preso un giorno di malattia. E attacca: «La malattia è un diritto, siamo qui apposta per combattere questa cultura». È un boato. Renzi, davvero, nessuno sembra volerlo nominare. Il senatore Walter Tocci spiega il perché: «Se l’80 per cento dei giovani è contro il Pd, è colpa solo di Renzi? È colpa anche nostra, è colpa degli ultimi dieci anni». Una signora mugugna: «Da bambino a Rignano era quello che al campetto portava via il pallone, era suo anche quello». «Vince ancora lui?», si sussurra in platea, «vince sì: perché i personalis­mi ci sono anche da questa parte». Sul palco, il cattivo del giorno diventa Amazon, che «dovrebbe pagare le tasse». Cosa fare? Le soluzioni arrivano con le domande dal pubblico: «Basterebbe fargli pagare il doppio dell’Iva, no?». «È vero, abbiamo fatto domande e non abbiamo offerto risposte — dice Fossati — ma era solo il primo giorno, per le risposte c’è il secondo: ce le daranno quelli che vogliono prendersi il Pd». Cioè Enrico Rossi, Roberto Speranza e Michele Emiliano, che parleranno oggi

Il post di Nardella «Sarà un bellissimo congresso, noi lo faremo con Matteo e con il sorriso»

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La platea di ieri alla circolo di San Bartolo a Cintoia, storica «casa» della sinistra fiorentina

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