Corriere Fiorentino

Una festa per mille coppie e un cuore sopra Firenze Col restauro delle balaustre

- Marzio Fatucchi Francesca Tofanari

L’anno scorso ci fu un bacio collettivo per la pedonalizz­azione del piazzale. Quest’anno, per San Valentino, invece c’è un cuore di fiori in un prato verde e uno slogan, «Amo Firenze», assieme al primo pezzo di restauro delle balaustre. Il piano del recupero del piazzale (finanziato con oltre un milione di euro da Starhotel) va avanti. Entro marzo, sarà completato quelle delle balaustre davanti al ristorante «Le Logge». Entro luglio, le altre balaustre del piazzale fino all’angolo con il giardino dell’Iris. Poi, entro primavera 2018, anche l’ultimo pezzo: tutte rivestite del colore «originario», spiegano i tecnici, voluto dal Poggi, un beige che Palazzo Vecchio spera non sia subito sporcato dai graffitari. E anche se il «nuovo» Belvedere Sermonti, lì vicino, aggetta su muretti che proprio belvedere non sono (compresi un angolo con pollo e tacchino), l’impegno del Comune c’è tutto.

Lo ribadiscon­o il sindaco Dario Nardella e gli assessori Alessia Bettini e Stefano Giorgetti. «Il giorno di San Valentino — spiega il sindaco — è perfetto per inaugurare il restauro della prima parte delle balaustre che danno su uno dei panorami più belli del mondo. Oltre alla balaustra riqualific­heremo, entro il prossimo anno, tutta la pavimentaz­ione. Non facciamo solo misure spot ma puntiamo a un decoro generale di tutta la piazza», conclude Nardella. Che ieri ha passato la giornata tra San Valentino e l’altro.

L’altro è quello organizzat­o nel Salone dei Cinquecent­o, dove oltre mille persone, tra la mattina e il pomeriggio, si sono riunite per festeggiar­e il loro 50° anniversar­io di matrimonio, nel giorno di San Valentino. Dopo il saluto del sindaco, Le coppie di sposi hanno avuto a disposizio­ne per alcune ore Palazzo Vecchio, ogni stanza e ogni sala. Emozionati e felici, da soli o accompagna­ti dai loro cari, come Alberto e Laura, insieme ai loro quattro figli e sei nipoti: «50 anni volati via in un attimo», o come Annamaria e Salvatore, affetti da sordità, con la figlia Tiziana che aiutava loro e la coppia di amici Enrichina e Mario, a comprender­e le parole. Per far durare tanto un matrimonio «bisogna essere complici, divertirsi e condivider­e; affrontare i problemi insieme e cercare sempre la felicità”, hanno detto le due coppie, conosciute­si sui banchi di scuola. Anche Paola e Mario erano dei ragazzini quando si sono conosciuti, al mare. «Abbiamo litigato anche tanto, ma con un po’ di pazienza e di tolleranza si supera tutto», ha spiegato Paola «e anche con l’amore e due splendidi figli e nipoti», è intervenut­o Mario. Quello di Paolo per Norma è stato invece un colpo di fulmine, quando la vide per strada nel 1964 e sono ancora insieme, “con tanta pazienza, complicità e sempre con il sorriso sulle labbra”.

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Il sindaco Nardella in mezzo alle 1.152 coppie sposate nel 1967 A destra, il cuore verde a piazzale Michelange­lo e le prime balaustre restaurate
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