Il giorno della protesta: occupazione alla Ginori
Oggi l’azione simbolica. I sindacati: basta ritardi sui terreni
SESTO Oggi pomeriggio i lavoratori di Richard Ginori occuperanno la fabbrica di viale Giulio Cesare per protesta. Perché alla storica manifattura di Sesto il calendario sembra essersi fermato ai primi mesi del 2013. Oggi, come allora, si lotta per il futuro dei 280 dipendenti e si parla di occupazioni, manifestazioni e presidi di protesta. Al centro di tutto ci sono i terreni su cui sorge la fabbrica, e per in quali la Kering (proprietaria del brand dall’aprile del 2013) ha presentato un’offerta formale di acquisto. Offerta che i tre maggiori creditori del fallimento Ginori Real Estate e Trigono (Unicredit, Banca Popolare di Vicenza e Bnp Paribas) hanno rispedito al mittente perché ritenuta troppo bassa.
Il problema, di non poco conto, è che su quell’area la Richard Ginori srl ha basato tutto il suo piano industriale, gli investimenti, il rilancio. Se l’acquisto, quindi, non dovesse andare in porto probabilmente il gruppo di François-Henri Pinault sarebbe costretto a ragionare su un piano B, anche se da Parigi fanno sapere che non c’è alcuna intenzione di lasciare Sesto. Ma appare difficile pensare a un rilancio senza riammodernare i macchinari e soprattutto la fabbrica, costruita agli inizi degli anni Cinquanta e allo stato attuale poco funzionale ai piani dei francesi. Tra gli operai della Manifattura di Doccia, come quattro anni fa, è tornata a serpeggiare la paura. «Per questo è necessario che tutti i dipendenti si facciano sentire — dice Giovanni Nencini dei Cobas — che facciano pressioni affinché tutto si risolva».
La scorsa settimana, all’indomani del summit tra Regione, Comune di Sesto e liquidatori di Ginori Real Estate, i lavoratori della Manifattura avevano annunciato iniziative eclatanti e oggi pomeriggio daranno seguito all’annuncio: dalle 14, infatti, la fabbrica di viale Giulio Cesare verrà occupata simbolicamente, «un pretesto — aggiunge Nencini — per tornare a parlare della nostra situazione. Abbiamo previsto un’assemblea e poi l’intervento del sindaco Lorenzo Falchi e del consigliere per il lavoro del governatore Rossi, Gianfranco Simoncini. Da loro vogliamo sapere la verità, vogliamo capire quale sia la situazione reale e se davvero rischiamo… Se la nostra occupazione non dovesse bastare — dice il sindacalista — siamo pronti a scendere in campo con maggiore decisione. Chi non vuole vendere i terreni sta scherzando con il futuro e la vita di 280 famiglie».
La situazione della Ginori ovviamente preoccupa anche lo stesso sindaco Falchi che si è detto pronto a sostenere gli operai in qualsiasi modo: «Non conosciamo le ragioni che hanno condotto a questo stallo, ma su un punto è necessario essere chiari: la destinazione di quei terreni non è in discussione. Chi ha in mente qualcosa di diverso, cerchi altrove. Dalle banche ci aspettiamo attenzione e buonsenso. Ostacoleremo con ogni strumento politico in mano al Comune ogni tentativo di speculazione e strumentalizzazione su quell’area. Siamo e saremo sempre dalla parte del lavoro, del nostro territorio, della nostra identità», conclude Falchi.