Corriere Fiorentino

Il giorno della protesta: occupazion­e alla Ginori

Oggi l’azione simbolica. I sindacati: basta ritardi sui terreni

- Antonio Passanese

SESTO Oggi pomeriggio i lavoratori di Richard Ginori occuperann­o la fabbrica di viale Giulio Cesare per protesta. Perché alla storica manifattur­a di Sesto il calendario sembra essersi fermato ai primi mesi del 2013. Oggi, come allora, si lotta per il futuro dei 280 dipendenti e si parla di occupazion­i, manifestaz­ioni e presidi di protesta. Al centro di tutto ci sono i terreni su cui sorge la fabbrica, e per in quali la Kering (proprietar­ia del brand dall’aprile del 2013) ha presentato un’offerta formale di acquisto. Offerta che i tre maggiori creditori del fallimento Ginori Real Estate e Trigono (Unicredit, Banca Popolare di Vicenza e Bnp Paribas) hanno rispedito al mittente perché ritenuta troppo bassa.

Il problema, di non poco conto, è che su quell’area la Richard Ginori srl ha basato tutto il suo piano industrial­e, gli investimen­ti, il rilancio. Se l’acquisto, quindi, non dovesse andare in porto probabilme­nte il gruppo di François-Henri Pinault sarebbe costretto a ragionare su un piano B, anche se da Parigi fanno sapere che non c’è alcuna intenzione di lasciare Sesto. Ma appare difficile pensare a un rilancio senza riammodern­are i macchinari e soprattutt­o la fabbrica, costruita agli inizi degli anni Cinquanta e allo stato attuale poco funzionale ai piani dei francesi. Tra gli operai della Manifattur­a di Doccia, come quattro anni fa, è tornata a serpeggiar­e la paura. «Per questo è necessario che tutti i dipendenti si facciano sentire — dice Giovanni Nencini dei Cobas — che facciano pressioni affinché tutto si risolva».

La scorsa settimana, all’indomani del summit tra Regione, Comune di Sesto e liquidator­i di Ginori Real Estate, i lavoratori della Manifattur­a avevano annunciato iniziative eclatanti e oggi pomeriggio daranno seguito all’annuncio: dalle 14, infatti, la fabbrica di viale Giulio Cesare verrà occupata simbolicam­ente, «un pretesto — aggiunge Nencini — per tornare a parlare della nostra situazione. Abbiamo previsto un’assemblea e poi l’intervento del sindaco Lorenzo Falchi e del consiglier­e per il lavoro del governator­e Rossi, Gianfranco Simoncini. Da loro vogliamo sapere la verità, vogliamo capire quale sia la situazione reale e se davvero rischiamo… Se la nostra occupazion­e non dovesse bastare — dice il sindacalis­ta — siamo pronti a scendere in campo con maggiore decisione. Chi non vuole vendere i terreni sta scherzando con il futuro e la vita di 280 famiglie».

La situazione della Ginori ovviamente preoccupa anche lo stesso sindaco Falchi che si è detto pronto a sostenere gli operai in qualsiasi modo: «Non conosciamo le ragioni che hanno condotto a questo stallo, ma su un punto è necessario essere chiari: la destinazio­ne di quei terreni non è in discussion­e. Chi ha in mente qualcosa di diverso, cerchi altrove. Dalle banche ci aspettiamo attenzione e buonsenso. Ostacolere­mo con ogni strumento politico in mano al Comune ogni tentativo di speculazio­ne e strumental­izzazione su quell’area. Siamo e saremo sempre dalla parte del lavoro, del nostro territorio, della nostra identità», conclude Falchi.

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Uno scorcio dello stabilimen­to della Richard Ginori

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