La vecchia Beretta ritrovata in Mugello non è del Mostro
BORGO SAN LORENZO Non è la pistola del Mostro di Firenze quella scoperta per caso da una turista facendo una passeggiata lo scorso Ferragosto nei pressi di un torrente a Madonna dei Tre Fiumi, vicino a Ronta, nel Mugello. Nelle scorse settimane sono infatti tornate indietro le risultanze degli esami sulla pistola — una Beretta semiautomatica Long Rifle calibro 22 — che era stata sequestrata dai carabinieri del Ros, dato che quell’arma era un modello compatibile con quello usato per gli agguati alle coppiette. Il sequestro della pistola era avvenuto nell’ambito dell’inchiesta sul Mostro che il procuratore capo di Pistoia Paolo Canessa sta portando avanti proprio con una delega speciale che gli consente di coordinare le indagini sul killer delle coppiette e sugli eventuali mandanti. La Beretta calibro 22, spedita nei laboratori del Racis di Roma, è stata sottoposta alle verifiche mirate a capire se aveva un legame con i duplici delitti attribuiti a Pietro Pacciani e ai suoi «compagni di merende» Mario Vanni e Giancarlo Lotti. È però emerso che i proiettili esplosi dalla pistola recuperata a Ronta non lasciano la stessa «firma» rispetto a quella usata per i delitti che insanguinarono le campagne della provincia di Firenze tra gli anni 60 e gli anni 90. Di un nascondiglio per l’arma usata dal Mostro aveva parlato nel 1996 Giancarlo Lotti, il «pentito» del gruppo, indicandolo in un casolare nel podere Schignano, nel Comune di Vicchio, la località dove nel 1984 furono assassinati Pia Rontini e Claudio Stefanacci. Gli investigatori non trovarono la pistola che nel 1985 «firmò» l’ultimo duplice delitto della serie. Ma trovarono l’anfratto nel muro nel quale l’arma — secondo Lotti — era stata nascosta, ad una ventina di chilometri da dove lo scorso Ferragosto il turista ha trovato la Beretta arrugginita e non lontano da un podere in cui Pacciani aveva lavorato negli anni 60.