VACCINI, LA LEGGE UN GRIMALDELLO CONTRO LE BUFALE
Caro direttore, ringrazio il Corriere Fiorentino per l’impulso che ha dato alla discussione sui vaccini su cui bufale o, peggio, truffe, mettono a rischio la salute di tutti. in Toscana si discute il disegno di legge con cui si nega ai bambini non vaccinati di frequentare asili e materne. La legge non obbliga alla vaccinazione e non impedisce l’accesso alla scuola dell’obbligo (come ha notato il collega Marco Geddes da Filicaia sul suo giornale lo scorso 3 febbraio), bensì rappresenta un’occasione di controllo sanitario e di incentivo alla tutela della salute dei più piccoli. Nella proposta regionale si cita il documento della Federazione nazionale degli Ordini dei medici del 2016 che esorta a «dare il massimo impulso alla vaccinazione (...) e a sostenere tutte le normative regionali e nazionali tendenti a riaffermare la necessità della vaccinazione», in quanto «lo stato di salute della popolazione non è un dato definitivamente acquisito ma deve essere continuamente presidiato e difeso». Di fronte alla caduta dei tassi di vaccinazione al di sotto dei limiti minimi indicati dall’Oms, l’Ordine dei medici condivide la proposta regionale con l’auspicio che la discussione arrivi a Roma. Come era da attendersi si è aperta una forte polemica; al di là delle proteste di alcuni pregiudizialmente antivaccinisti, talora con motivazioni poco lecite, occorre spiegarsi con chi, compresi alcuni valenti colleghi, esprime ragionevoli perplessità, tuttavia non condivisibili. La legge induce a riflettere su diversi piani. In primis sulla legittimità; non vi è dubbio che l’ordinamento consenta, anzi esiga, l’adozione di provvedimenti di sanità pubblica qualora sia necessario e il calo dei vaccini è sotto gli occhi di tutti. Sul piano etico il discorso è più ampio. Si invoca l’articolo 32 della Costituzione che «tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». È un evidente diritto dei bambini essere tutelati dalle malattie che i vaccini sono in grado di evitare ed è interesse della collettività che tutti siano protetti da virus e batteri. Si dovrebbe modificare il dettato costituzionale (ma simili proposte non portano fortuna) comprendendo che le vaccinazioni sono un diritto della collettività che così tutela l’interesse dei singoli. La libertà di ognuno trova un limite evidente nel danno altrui e il caso dei vaccini è paradigmatico. La mancata vaccinazione non solo danneggia i singoli ma incide sulla salute di tutti. Invece sul piano dell’efficacia ci sarà più da impegnarsi. Nel rispetto della libertà o, meglio, del principio di non costringere mai, potremmo pensare questa legge come un ponte per imboccare la strada del consenso diffuso alle vaccinazioni. Ed è questo il compito concreto che i medici devono assumere; un impegno importante a convincere razionalmente le persone sfatando i dubbi e le fandonie amplificate dal web. I vaccini costano poco, molto meno di quanto costerebbero i casi di malattia non prevenuta; i vaccini sono sicuri e non contengono tossici; i vaccini sono studiati in relazione alle più moderne conoscenze sull’immunità; l’età giusta per vaccinare è quella del calendario vaccinale; i vaccini, insomma, rappresentano una delle più grandi conquiste della medicina. Per questo l’Ordine dei medici si impegna con le Asl a sostenere le campagne di vaccinazione come battaglia di civiltà. Chi scrive è un medico che purtroppo ha visto le tragiche conseguenze della poliomielite. Vederla ricomparire sarebbe la più grande sconfitta della medicina e della società.