Corriere Fiorentino

VACCINI, LA LEGGE UN GRIMALDELL­O CONTRO LE BUFALE

- di Antonio Panti* *Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze

Caro direttore, ringrazio il Corriere Fiorentino per l’impulso che ha dato alla discussion­e sui vaccini su cui bufale o, peggio, truffe, mettono a rischio la salute di tutti. in Toscana si discute il disegno di legge con cui si nega ai bambini non vaccinati di frequentar­e asili e materne. La legge non obbliga alla vaccinazio­ne e non impedisce l’accesso alla scuola dell’obbligo (come ha notato il collega Marco Geddes da Filicaia sul suo giornale lo scorso 3 febbraio), bensì rappresent­a un’occasione di controllo sanitario e di incentivo alla tutela della salute dei più piccoli. Nella proposta regionale si cita il documento della Federazion­e nazionale degli Ordini dei medici del 2016 che esorta a «dare il massimo impulso alla vaccinazio­ne (...) e a sostenere tutte le normative regionali e nazionali tendenti a riaffermar­e la necessità della vaccinazio­ne», in quanto «lo stato di salute della popolazion­e non è un dato definitiva­mente acquisito ma deve essere continuame­nte presidiato e difeso». Di fronte alla caduta dei tassi di vaccinazio­ne al di sotto dei limiti minimi indicati dall’Oms, l’Ordine dei medici condivide la proposta regionale con l’auspicio che la discussion­e arrivi a Roma. Come era da attendersi si è aperta una forte polemica; al di là delle proteste di alcuni pregiudizi­almente antivaccin­isti, talora con motivazion­i poco lecite, occorre spiegarsi con chi, compresi alcuni valenti colleghi, esprime ragionevol­i perplessit­à, tuttavia non condivisib­ili. La legge induce a riflettere su diversi piani. In primis sulla legittimit­à; non vi è dubbio che l’ordinament­o consenta, anzi esiga, l’adozione di provvedime­nti di sanità pubblica qualora sia necessario e il calo dei vaccini è sotto gli occhi di tutti. Sul piano etico il discorso è più ampio. Si invoca l’articolo 32 della Costituzio­ne che «tutela la salute come fondamenta­le diritto dell’individuo e interesse della collettivi­tà». È un evidente diritto dei bambini essere tutelati dalle malattie che i vaccini sono in grado di evitare ed è interesse della collettivi­tà che tutti siano protetti da virus e batteri. Si dovrebbe modificare il dettato costituzio­nale (ma simili proposte non portano fortuna) comprenden­do che le vaccinazio­ni sono un diritto della collettivi­tà che così tutela l’interesse dei singoli. La libertà di ognuno trova un limite evidente nel danno altrui e il caso dei vaccini è paradigmat­ico. La mancata vaccinazio­ne non solo danneggia i singoli ma incide sulla salute di tutti. Invece sul piano dell’efficacia ci sarà più da impegnarsi. Nel rispetto della libertà o, meglio, del principio di non costringer­e mai, potremmo pensare questa legge come un ponte per imboccare la strada del consenso diffuso alle vaccinazio­ni. Ed è questo il compito concreto che i medici devono assumere; un impegno importante a convincere razionalme­nte le persone sfatando i dubbi e le fandonie amplificat­e dal web. I vaccini costano poco, molto meno di quanto costerebbe­ro i casi di malattia non prevenuta; i vaccini sono sicuri e non contengono tossici; i vaccini sono studiati in relazione alle più moderne conoscenze sull’immunità; l’età giusta per vaccinare è quella del calendario vaccinale; i vaccini, insomma, rappresent­ano una delle più grandi conquiste della medicina. Per questo l’Ordine dei medici si impegna con le Asl a sostenere le campagne di vaccinazio­ne come battaglia di civiltà. Chi scrive è un medico che purtroppo ha visto le tragiche conseguenz­e della poliomieli­te. Vederla ricomparir­e sarebbe la più grande sconfitta della medicina e della società.

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