Corriere Fiorentino

Somali, un altro vertice ma nessuna soluzione Tocca ancora ai Gesuiti

Riunione in Prefettura con padre Brovedani. Le istituzion­i: faccia lui il censimento degli occupanti

- Storni

Ancora un nulla di fatto sui profughi somali che occupano il palazzo dei Gesuiti in via Spaventa. A distanza di un mese dal rogo dell’ex mobilifici­o Aiazzone a Sesto, dove uno di loro ha trovato la morte, la soluzione non è ancora arrivata. Ai Gesuiti il compito di fare un censimento degli occupanti.

Ancora un nulla di fatto sui profughi somali che da quasi un mese occupano un palazzo dei gesuiti in via Spaventa. A distanza di un mese e qualche giorno dal rogo dell’ex mobilifici­o Aiazzone a Sesto Fiorentino dove avevano trovato rifugio un centinaio di immigrati — e dove uno di loro ha trovato la morte — la soluzione non è ancora arrivata. Ieri mattina si è tenuto un comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura al quale è stato invitato anche Padre Ennio Brovedani, indicato dai somali come loro mediatore, che ha ribadito ancora una volta il suo no allo sgombero. Al termine dell’incontro il gesuita è perplesso: «Pensavo che fosse arrivato il momento delle proposte invece ancora una volta siamo al punto di partenza».

Il punto di partenza sono i numeri. «Mi hanno chiesto di fare un nuovo censimento dei somali per capire quanti hanno diritto al titolo di viaggio che gli consenta di andare in un altro Paese — spiega — quanti possono essere inseriti nei centri Sprar e quanti hanno già un lavoro. Compito tutt’altro che facile. Un conto è mediare, un conto è fare l’operatore sociale. E noi non abbiamo le competenze tecniche nè l’esperienza per gestire questa situazione».

«Stiamo lavorando per trovare una soluzione costruttiv­a ma la situazione non è facile — conferma il prefetto Alessio Giuffrida — Tra una quindicina di giorni ci sarà un nuovo incontro in prefettura per fare il punto della situazione. Quando sapremo quante persone vogliono e possono andare via dall’Italia, avremo il numero di quelli che dovranno necessaria­mente trovare accoglienz­a. Mi aspetto che al prossimo incontro arrivi la risposta definitiva degli enti locali».

L’assessore alle politiche sociali di Palazzo Vecchio Sara Funaro spiega che all’indomani della tragedia, quando i somali sono stati accolti nel palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino, un primo censimento è stato già fatto. «Adesso dobbiamo verificare se all’interno dell’immobile occupato in via Spaventa ci sono sempre le stesse persone o se ne sono arrivate altre e dobbiamo fare il conto di quanti hanno intenzione di lasciare l’Italia. A quel punto saremo in grado di offrire soluzioni per quelli che restano». Soluzione, precisa l’assessore, che saranno ovviamente temporanee e non definitive come i somali chiedono ormai da un mese. Secondo il primo censimento sarebbero tra i 30 e i 40 i migranti che potrebbero lasciare l’Italia su un gruppo di circa 90 persone. Solo 9 sarebbero quelli che dovrebbero essere inseriti nei centri Sprar, tutti gli altri dovrebbero trovare ospitalità in vari comuni.

«Dobbiamo trovare una soluzione convincent­e nel rispetto della legalità — spiega Padre Brovedani — una legalità che non può svilire la dignità delle persone. Se però le parti interessat­e mantengono posizioni rigide e continuano a non incontrars­i non sarà semplice arrivare a una soluzione. Faremo il possibile sia per la dignità di questi rifugiati in fuga dalla guerra, sia per la città di Firenze, che merita il progetto intercultu­rale con l’Università di Shangai, progetto che vede la regia e l’interesse del Comune di Firenze». Università di Shangai che ovviamente, per completare l’operazione, sta aspettando la fine dell’occupazion­e.

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Padre Ennio Brovedani fa da mediatore con i somali
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 ??  ?? I somali nel convitto dei Gesuiti in via Spaventa a Firenze A sinistra, padre Ennio Brovedani parla durante un’assemblea degli occupanti
I somali nel convitto dei Gesuiti in via Spaventa a Firenze A sinistra, padre Ennio Brovedani parla durante un’assemblea degli occupanti

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