I carabinieri ritrovano la Bolla Papale sparita e poi venduta
Il 18 febbraio del 1822, giorno in cui nacque la Diocesi di Massa Carrara, Papa Pio VII firmò la bolla Singularis Romanorum Pontificum, un documento che, in tempi più recenti, sparì dagli archivi storici diocesiani, forse trafugato e rivenduto più volte. La bolla papale è stata restituita ieri al vescovo, Monsignor Giovanni Santucci, dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze, ritrovata in casa di un collezionista di La Spezia, che l’aveva acquistata da un antiquario di Genova. A inizio indagine, anni fa, i militari scoprirono che l’ultimo ad aver toccato la bolla papale era stato un docente delle medie, Igino Lanforti, lunigianese, che la vide su una bancarella di Modena, la fotografò, non capendone subito il valore, e poi consegnò le foto alla Diocesi, che ne confermò l’autenticità. Da Modena le tracce portarono al collezionista di La Spezia, appunto, che l’aveva acquistata nel 1996, pagandola un milione e 200 mila lire, in buona fede, secondo i carabinieri. L’uomo ha accettato di restituire la bolla che è stata prima posta sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria e poi riconsegnata. «È un giorno importante — ha detto il vescovo — ci riappropriamo della nostra storia. Inviterò qui tanti studenti e mostrerò loro il documento, per raccontare quella storia».
Il vescovo La Diocesi oggi si riappropria della sua storia