Dai gol di Baggio a «Irina te amo» Quanti ricordi contro il Cavaliere
Oggi l’ultima di Berlusconi a San Siro: la sua storia intreccia quella viola
Siamo al dunque. Dentro o fuori. Milano risulterà lo spartiacque di questa strana stagione, fatta di pochi alti e qualche rovescio terribile, soprattutto della mancanza di continuità che penalizza la classifica e ha stordito l’ambiente. La Fiorentina è nel bel mezzo di un ciclo difficile e decisivo: giovedì al Franchi, contro il Borussia Moenchengladbach, cercherà il visto per gli ottavi di finale dell’Europa League nella speranza che la prodezza di Bernardeschi in trasferta metta i viola al riparo da brutte sorprese.
Ma ora c’è il Milan, che precede la banda Sousa di in classifica di un punto. Uno spareggio: perderlo sarebbe quasi letale. Così ci ritroviamo a fare i conti con un vecchio amico, Vincenzo Montella che ci ha fatto divertire e oggi proverà a spingerci indietro verso la zona grigia della classifica. In ogni caso sarà una notte che passerà alla storia. E il risultato c’entra sino a un certo punto. Milan-Fiorentina chiude l’era Berlusconi. Dopo trent’anni (trentuno per la precisione) e ventinove trofei, roba da fare impallidire, il Cavaliere esce dal calcio. I soldi dalla Cina stanno arrivando, il tanto agognato closing è annunciato all’inizio di marzo, probabilmente il giorno tre. Quindi, calendario alla mano, l’ultima di Berlusconi da presidente sarà tra una settimana a Sassuolo. Ma stasera è chiamato a salutare il suo stadio e la sua gente.
Anche perché non c’è certezza che rimanga come presidente onorario. La fine, insomma, è adesso. Berlusconi è diventato famoso con le televisioni, è stato capo del Governo e leader di Forza Italia, ma il Milan è la sua passione più vera, la più genuina, il sogno della vita e se ha preso, a malincuore, la decisione di lasciare è solo perché spinto dai figli, Silvio Berlusconi lascerà il Milan ai cinesi Di fianco, la vittoria viola in Supercoppa nel ‘96 e Baggio, in gol a San Siro nell’87 dagli acciacchi, soprattutto dall’impossibilità di mantenere la squadra ad alti livelli.
Il Berlusca, alla milanese, ha cambiato il calcio e in questi trent’anni la sua storia ha attraversato quella della Fiorentina. Riepilogare le cento e passa sfide, spesso infelici per i viola, sarebbe un esercizio persino banale. Ma chi ha dimenticato Baggio e Diaz volare dentro l’area rossonera il 20 settembre ’87 nel giorno in cui Eriksson mise in ginocchio il Milan di Sacchi, quello degli olandesi, uno dei più forti di sempre, che poi vinse lo scudetto. E nessuno ha cancellato dalla mente la doppietta di Batistuta, che nell’estate del ’96 regalò a Ranieri la Supercoppa Italiana, nella notte diventata famosa anche per il famoso Irina te amo. Due grandi giornate a San Siro.
Anche gli ultimi anni sono stati felici: Amauri ha segnato un gol salvezza con Delio Rossi in panchina, Montella ha vinto due volte di fila. Sousa, invece, l’anno scorso ha perso, punito subito da Bacca. Forse, non per caso, l’aeroplanino oggi si riaffida proprio al colombiano. E siamo certi che l’incrocio tra lui e Kalinic sposterà da una parte o dall’altra gli equilibri della partita. Il Milan vuole salutare Berlusconi con una vittoria, per tanti motivi. Anche perché, pur restando in silenzio, il presidente amante del ben gioco non condivide le scelte tattiche e filosofiche del suo allenatore. Non fosse sul punto di passare la mano, il clima sarebbe elettrico. Invece Montella, in attesa dei cinesi, dribbla con eleganza. Ma deve centrare l’Europa. Il resto è storia. Anche se il presidente, sino adesso, non ha confermato la sua presenza a San Siro. Un po’ di suspance fa parte del personaggio. calcio che ha avuto lui. Ha sempre trasformato in oro quello che ha toccato». E per uno strano scherzo del destino ancora una volta sono i viola, indirettamente, ad entrare nella storia del Milan. Era già successo il 31 maggio del 2009, Kakà e soprattutto Maldini al Franchi salutavano il calcio italiano tra le lacrime e l’emozione generale. E anche se stasera non sarà lo stesso, non mancheranno manifestazioni della curva rossonera per Berlusconi: «Il suo futuro? — conclude Galli — non ama le mezze misure, non credo sia disponibile a fare il presidente onorario. Se lo farà sarà solo perché ha la sicurezza di vincere subito qualcosa. Stasera non chiedetemi di fare il tifo, mi accontento di una bella partita».