Corriere Fiorentino

A Pisa va in scena la Leopolda alla rovescia

L’ex sindaco bersaniano Fontanelli convoca un’assemblea (con il tango nella sala accanto)

- Cinzia Colosimo

PISA La sala è piena, ma è quella piccola, perché nel salone storico della Leopolda ieri sera c’era già il tango, programmat­o da tempo. A Pisa i militanti del Pd ieri si sono riuniti in assemblea per confrontar­si a caldo su quanto accade nel loro partito. Nell’enclave «dalemiana», la città (e la provincia) toscana in cui i renziani non hanno mai conquistat­o una vera maggioranz­a nel partito, si vivono le giornate convulse del Pd a suon di documenti, elenchi di firme, invettive più o meno velate sui social. Convocata dal gruppo più bersaniano del partito, che fa capo al deputato Paolo Fontanelli, l’idea di un’assemblea aperta ha subito trovato sponda anche in Enrico Rossi (non presente) e i suoi sostenitor­i, negli ex lettiani ed ex civatiani alla ricerca di una soluzione impossibil­e per evitare la frattura, ma anche da due renziani della prima ora — Salvatore Sanzo e Sandra Capuzzi — che su questo punto si sono sentiti chiamati in causa. «La scissione è una sconfitta — dice Capuzzi — Stasera siamo qui perché vogliamo evitarla e fare la nostra parte». Lei interviene fra i primi e gioca sul fatto che alla Leopolda «si sente a casa», e l’applauso è sentito. Dalla platea presente sembra quasi che le vicende interne del Pd siano una forma di intratteni­mento: militanti di estrema sinistra, esponenti di destra, ex comunisti, docenti universita­ri per niente simpatizza­nti dei Democratic­i, quasi in attesa del colpo di scena, della serata alternativ­a. Non mancano «i compagni e le compagne di partito», che prima di entrare in sala sussurrano «come soffro», e che pur di avere risposte scelgono di stare in piedi stretti l’uno all’altro, ai margini della sala ormai stracolma. Si intreccian­o le vicende nazionali con quelle locali — ma Filippesch­i, vicino alle posizioni di Andrea Orlando, è assente — c’è già chi pensa al nome per il prossimo sindaco e chi ancora, come ha scritto Enrico Letta su Facebook, pensa: «Non può finire così». Fontanelli è nelle prime file e attende il suo turno, poi è la base a parlare: «Mandiamo un telegramma alla direzione — è la proposta — per una conferenza programmat­ica fuori dalle scelte istituzion­ali del partito. Ripartiamo dai circoli».

La proposta «Un telegramma a Roma per chiedere una conferenza programmat­ica»

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L’intervento di un militante del Pd di San Miniato all’assemblea di ieri sera alla Stazione Leopolda di Pisa

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