Fratoianni, uno «Scamarcio» per la Sinistra
Il pisano segretario del partito nato dall’unione tra Sel, ex Pd, ex M5S. «Riccardo? È più bello di me»
Allearsi con Rossi e gli altri scissionisti? Dipende dalle scelte che fa: inizi a cambiare certe politiche regionali...
Racconta la senatrice fiorentina Alessia Petraglia che ieri mattina il barista dietro casa le ha detto: «“Mi sembra bravo, il vostro nuovo segretario. Ha un unico difetto: è pisano”. E io che pensavo di doverlo difendere solo a Livorno...». Lì invece forse non ce ne sarà bisogno, perché Nicola Fratoianni, eletto domenica primo segretario nazionale della neonata Sinistra Italiana, è un pisano atipico: «Livorno mi piace — dice — e ho molti amici livornesi». Quarantacinque anni, storico braccio destro di Nichi Vendola, Fratoianni è nato e cresciuto anche politicamente in riva d’Arno: movimento studentesco al liceo scientifico Buonarroti e poi all’università, infine l’ingresso nella Rifondazione Comunista guidata da Fausto Bertinotti. Poi, esattamente 20 anni fa, il trasferimento a Roma per occuparsi di giovani e università per conto del movimento giovanile del Prc. Con un «fantasma» politico che sembra inseguirlo, quello di Massimo D’Alema. Anche il Lider Maximo infatti ha studiato (alla Normale) e ha fatto politica a Pisa, anche se qualche lustro prima di Fratoianni. I due poi si sono scontrati alle primarie per la scelta del candidato governatore della Puglia nel 2005: D’Alema era il primo sponsor di Francesco Boccia, Fratoianni uomo-macchina della candidatura di Vendola, che poi vinse a sorpresa. Ed è proprio in Puglia che a Fratoianni viene dato il soprannome che lo accompagna ancora oggi: «il Riccardo Scamarcio della sinistra». E così, accostando le foto dei due, ieri qualche militante fiorentina ha salutato su Facebook la sua elezione. «È più bello Riccardo, diciamo la verità», si schermisce Fratoianni. Ma torniamo a D’Alema: ora che sta per uscire dal Pd e guarda a sinistra, ecco un nuovo possibile incrocio... «Noi — dice Fratoianni — vogliamo costruire una forza politica con al centro questioni reali e non alleanze tra ceti dirigenti. Quindi a D’Alema e agli altri in procinto di lasciare il Pd dico: voterete una cosa come il pacchetto sicurezza Minniti? Se la risposta è sì, non è possibile alcuna alleanza». Un messaggio anche a Enrico Rossi. «Le ragioni della nostra opposizione in Regione sono di merito. Se poi Rossi cambia le politiche regionali...». La senatrice Petraglia la mette giù più diretta: «Rossi è l’artefice della progressiva privatizzazione della sanità toscana. Cambia o non cambia questo? Se la risposta è no, non vedo spazi».