«Scene anni ‘70 È la matrice autodistruttiva della sinistra»
«Sorpreso? No. Era tutto già deciso: Rossi e la sinistra scissionista sono la matrice autodistruttiva della storia della sinistra, che ha radici profonde. E stavolta, visto che stiamo pure governando il Paese, è una pantomima degli anni ‘70». Guelfo Guelfi, consigliere del Cda Rai, dopo la lunga militanza in Lotta Continua è al fianco di Renzi dall’inizio della sua scalata politica. Tante scintille tra i due, però, non solo rose e fiori.
Quali sono i veri motivi di questo strappo? «Cercavano solo un pretesto: la data del congresso, le regole, la visibilità... Ridicolo. La verità è semplice: non vogliono Renzi segretario. E per colpirlo hanno aggredito il disegno con cui il Pd sta governando l’Italia, l’unico argine politico per contrastare la destra lepenista alla Salvini e peggio ancora il populismo dei grillini».
Il governatore Rossi ha sostenuto il Sì al referendum, pur essendo candidato alla leadership del partito contro Renzi. Poi lo strappo... «Enrico è un bravo ragazzo. Gli abbagli si prendono, ma poi c’è chi ci rimane fulminato dentro. Il suo libro-manifesto Rivoluzione socialista, si nutre di una autocertificazione: la sinistra sono io, dice. La sinistra, io gli rispondo, quando va bene siamo noi».
Crede che in Regione il Pd farà saltare la poltrona di Rossi? «Lo discuteranno. Io vedo già lo scaricabarile delle responsabilità. Il governatore ha ottenuto centinaia di migliaia di voti per prendersi cura della nostra terra. Non si può spaccare tutto e andare in giro a dire che si deve spaccare tutto. La sede per il confronto, anche aspro, era il congresso. Ma Rossi è scappato».
Quanto ha colpa Renzi in questa scissione? «Renzi ha condotto una battaglia per una riforma costituzionale che oggi continua a mancare. Quella pseudosinistra che l’ha fatta fallire ne è responsabile. E oggi il Paese ripiomba nella Prima repubblica, nel proporzionale. La minoranza non può pretendere di contare come la maggioranza. Io sto con la proposta politica di Renzi, anche se qualche errore lo ha commesso».
Renzi, alla fine, questa rottamazione non l’aveva completata a dovere. «Io dico che prima si chiariscono le regole del gioco e meglio è. Lo vedremo nei numeri e nel prossimo futuro. La questione della legge elettorale è seria: serve una norma che garantisca stabilità, per quanto possibile. Poi bisogna tornare a votare, subito».
Rossi dice: la sinistra sono io. Ma cercavano soltanto un pretesto per uscire