Corriere Fiorentino

Macchiarin­i assolto, la Procura generale fa ricorso

«Atteggiame­nto riverente del giudice». Per il chirurgo era caduta l’accusa di truffa

- Valentina Marotta

«C’è l’atroce sospetto che il chirurgo Paolo Macchiarin­i nei casi particolar­mente disperati coltivasse l’inesprimib­ile intento di fare sperimenta­zione e nel contempo guadagnare in termini economici e di carriera per la risonanza che un intervento rivoluzion­ario avrebbe avuto sui media sulle cui conseguenz­e, talvolta anche mortali, sarebbe calato il silenzio».

Non usa mezzi termini il sostituto procurator­e Luciana Singlitico — che prima del trasferime­nto alla Corte d’Appello aveva coordinato le indagini della Guardia di Finanza sul caso — nel ricorso depositato nei giorni scorsi contro la sentenza che ha assolto il medico viareggino dall’accusa di aver truffato i pazienti. Macchiarin­i, secondo l’accusa, nel periodo in cui lavorò a Careggi, tra il 2009 e il 2012, avrebbe proposto ad alcuni pazienti di farsi operare in strutture private, anche all’estero, per evitare le liste d’attesa. «La straordina­ria abilità dell’imputato — si legge nel ricorso — non è dimostrata da nessuna circostanz­a oggettiva ma solo dalla sua fama di grande chirurgo cui hanno dato ampio risalto parte della stampa e purtroppo anche i vertici della Regione che ne hanno favorito l’arrivo a Careggi, pur non avendo le competenze per valutarne le qualità profession­ali». Dei grandi meriti di Macchiarin­i, prosegue il pg Singlitico, c’è traccia «unicamente nelle sue arroganti dichiarazi­oni» dato che «si ritiene un genio incompreso, vittima di un sistema di potere». In realtà «finisce per eguagliare gli intollerab­ili atteggiame­nti dei “baroni” che egli tanto critica». Per questo — sostiene la Procura generale — «non vi fu alcun complotto ai danni del medico»: «Si tratta di una tesi di frequente evocata ma palesement­e assurda». Nel ricorso il pg denuncia anche il «riverente atteggiame­nto» del gup nei confronti di Macchiarin­i: «Il gup non dimentica mai di citarlo facendo precedere il suo nome dal titolo accademico», secondo uno «stile estraneo al lessico giudiziari­o» che specie se riferito all’imputato è «inopportun­o». È ormai «noto in Italia, in Europa e negli Usa, che la figura umana e profession­ale di Macchiarin­i è stata assai screditata dal mondo scientific­o e giornalist­ico. È risaputo che è stato allontanat­o con disonore dal prestigios­o Karolinska Institute di Stoccolma deputato a conferire il premio Nobel per la medicina». «È innegabile che il giudice si sia fatto, di sicuro inconsapev­olmente, guidare da una consideraz­ione immeritata­mente benevola verso Paolo Macchiarin­i». Il gup Frangini — per la pg Singlitico — «difende e giustifica i comportame­nti dell’imputato, sulla base delle sue dichiarazi­oni» ma dimentica che per legge egli «ha pieno diritto di mentire». La Procura generale non solo bacchetta il gup per come ha «svalutato le accuse dando una personalis­sima interpreta­zione sganciata dalle risultanze oggettive e dalle testimonia­nze» ma chiede che il medico venga condannato non più per truffa ma per concussion­e.

L’appello «C’è l’atroce sospetto che nei casi disperati coltivasse il desiderio di sperimenta­re»

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Paolo Macchiarin­i, chirurgo toracico

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