Sono venuti meno i «senatori», dov’è la grinta?

Sousa lo ha ammesso perfino in diretta tv: «Ilicic? Il suo è un problema motivazionale». Da tempo ormai lo sloveno sembra con la testa da un’altra parte. Negli ultimi tre mesi ha segnato solo un gol (fortunoso) contro il Genoa, per il resto ha assaggiato la panchina e fornito prestazioni come quelle di San Siro. Senza mordente e senza giocate che lasciassero il segno. Il suo caso comunque non è l’unico alla Fiorentina. Badelj per esempio non è più lui. Le mille voci di mercato e i litigi tra il suo manager e la società non gli hanno certo giovato. Forse si vedeva a giocare in grande club, di certo quest’anno è stato lontano parente del giocatore tecnico e intelligente ammirato l'anno scorso. Josip e Milan, due esempi di quanto la politica conservativa dell’estate scorsa non abbia pagato. Fidarsi della vecchia guardia è una scelta che non ha pagato (la Fiorentina ha 9 punti in meno di un anno fa), anche perché già dal girone di ritorno del campionato scorso si era capito che molti degli interpreti viola erano da considerarsi a fine corsa. Svuotati di motivazioni e ansiosi di ricominciare altrove. Non è un caso che i trascinatori siano diventati Berna e Chiesa. Due che la maglia viola se la sentono addosso e che hanno una voglia matta di sfondare. Con gli altri il lungo addio si consumerà l’estate prossima (se ne andrà anche Gonzalo), con un anno di ritardo e con un bel po’ di soldi in meno nelle casse viola. Il problema vero è che nel frattempo la Fiorentina si è giocata un anno e che adesso dovrà ricorrere all’orgoglio per finire dignitosamente un campionato triste. Josip Ilicic, 4 anni in viola