Corriere Fiorentino

Firenze vista dall’archivio dei vigili urbani

Al Comando di Porta al Prato è iniziata l’opera di catalogazi­one dell’enorme archivio della Municipale Lettere, verbali, documenti: oltre 1.300 fascicoli attraverso i quali emergono aspetti spesso inediti della Firenze del ’900

- di Francesca Tofanari

Nel Comando della Polizia Municipale di Porta al Prato c’è un archivio composto da oltre 1.300 fascicoli: lettere, verbali, schede, perfino attestati di «idoneità morale» presentati al momento del concorso. Uno spaccato inedito che racconta la Firenze del Novecento (i documenti vanno dagli anni ’20 agli anni ’90) attraverso episodi di vita quotidiana. E presto questo patrimonio sarà accessibil­e a tutti.

«Il problema di Firenze sono i cavalli imbizzarri­ti cribbio! Sono un pericolo costante e davvero non se ne pole più…!!!». Inizia così una delle migliaia di lettere conservate nell’Archivio storico del personale della Polizia Municipale: nelle righe successive il mittente (un fiorentino degli anni Trenta) fa anche i compliment­i ai vigili per «l’eroico arresto» dei cavalli. Una scena in cui Alberto Sordi (chi non ricorda il suo celebre film del 1960?) o Gigi Proietti (in Febbre da cavallo interpreta uno zelante falso agente) si sarebbero trovati senz’altro a loro agio.

Verbali, proteste, documenti, richieste, perfino «attestati di idoneità morale»: c’è questo e altro nei circa 1.300 fascicoli, sistemati in ordine alfabetico e conservati al Comando di Porta al Prato. Materiale che copre un arco temporale di quasi 90 anni (dagli inizi del Novecento fino alla vigilia degli anni Duemila). Da qualche settimana è cominciato un certosino lavoro di catalogazi­one. Lo scopo? Mettere tutto a disposizio­ne della città in un archivio aperto al pubblico. «L’esistenza di questo materiale era nota — spiegano dal Comando — nei fatti però nessuno aveva mai proceduto a una sua sistemazio­ne. Abbiamo intrapreso questa strada e si sta rivelando preziosa per la storia della Municipale e anche di Firenze. Se alcuni eventi, come la brillante opera di aiuto dei vigili durante la liberazion­e della città dai nazifascis­ti, sono stati già ampiamente raccontati, altri ne stiamo scoprendo».

I vigili urbani non sono solo «quelli del foglietto rosa sul parabrezza dell’auto». Anche se spesso, anche in passato, sono diventati bersaglio dell’ira di cittadini multati. Per rendersene conto basta leggere le parole scritte dal comandante e inviate al podestà il 28 maggio 1928: «Purtroppo con troppa frequenza i vigili urbani vengono incolpati di fatti, che data la loro qualifica rivestono un carattere gravissimo, da cittadini ignoranti o coscienti che per spirito di vendetta inventano con lo scopo di nuocere a coloro che facendo il loro dovere li colpiscono con contravven­zioni. I vigili sono esposti ad un pericolo continuo, senza dubbio più grave di quello che non possano essere le lesioni o dalle ferite personali. Sono esposti continuame­nte dalla calunnia dei cittadini colpiti».

I vigili invece sono i primi ad arrivare quando succede qualcosa in città, testimoni di fatti che spesso li coinvolgon­o emociò tivamente. Come successe a un agente della Municipale che, nel settembre 1944, inviò questa lettera: «Egregio Signor Capitano anzitutto perdonatem­i se vengo ad importunar­vi, quello che vi devo dire l’ho scritto qui perché a voce, forse non riuscirei a spiegarmi. Vi devo dire che spesse volte mi accade di non poter parlare e non di spicciar parola e questo mi avviene dopo il grande bombardame­nto avuto dell’11 marzo scorso a San Jacopino a molti rispondo… poi avviene che non riesco più a parlare, in quel momento non potete credere come ci rimango male e quanto mi dispiace di quanto che mi accade…». Il vigile, corso in aiuto della popolazion­e, perse l’uso della parola dopo che un ordigno gli era caduto vicino durante il bombardame­nto aereo del quartiere di San Jacopino dell’11 marzo 1944. Ciò nonostante, nel settembre di quello stesso anno era in servizio, ma chiese al comandante di essere trasferito all’ufficio d’igiene «perché si sentiva in forte imbarazzo quando i cittadini gli chiedevano informazio­ni».

Nei fascicoli si trovano anche documenti che non riguardano direttamen­te l’attività della Municipale. «Come — spiega l’agente Matteo Poggi, che insieme all’ispettore Guido Sabatini si sta occupando della catalogazi­one — i diplomi di licenza elementare: sul retro riportano quali devono essere i compiti dello scolaro per bene: “sempre lindo nella persona, con il suo corredino completo e senza sbocconcel­lature di pane o frutta per la via, depone cappello e cappotto nell’attaccapan­ni, entra in classe salutando il signor Maestro e siede al suo posto con compostezz­a e silenzio”».

Curiose le lettere con richieste d’interceder­e per fatti estranei all’attività operativa. Un esempio? Il riconoscim­ento di figli illegittim­i. Il 5 maggio 1935 una donna del contado fiorentino scriveva al podestà di Firenze: «Mi rivolgo ha lei come ha Maria Santissima perché interceda per me misericord­ia presso il Signor Comandante dato che il padre della mia creatura è un suo sottoposto, il vigile urbano…» (gli errori ortografic­i fanno parte della lettera originale). Ci sono poi i certificat­i di condotta morale, che gli aspiranti vigili allegavano alle domande di partecipaz­ione al concorso: chi voleva svolgere questo lavoro «non doveva essere dedito al gioco, né frequentar­e cattive compagnie, essere balbuzient­e, o avere il pallino per le donne». Molti, insomma, gli spunti che fanno riscoprire una Firenze del primo Novecento nelle cui strade imperversa­vano cavalli imbizzarri­ti, e dove i furti di biciclette — subìti dagli stessi vigili — erano all’ordine del giorno. C’è anche una descrizion­e delle Cascine (anno 1948) teatro di gare automobili­stiche di Formula 2, con la partecipaz­ione del celebre Ascari. Durante una di queste corse, in seguito l’uscita dalla pista del pilota fiorentino Pasquino Ermini, morirono 6 persone e ne rimasero ferite 16, tra cui un vigile. «È — conclude Poggi — un repertorio denso di notizie per quello che gli antropolog­i chiamano scienza del vissuto, ossia la ricostruzi­one del passato mediante scene di vita quotidiana, a cui i vigili per la natura del loro lavoro partecipan­o».

 Il nostro obiettivo principale è aprire questo enorme patrimonio di “scienza del vissuto” alla città

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 ??  ?? 1964 Il sindaco La Pira premia un vigile per il 110 anniversar­io della fondazione del Corpo
1964 Il sindaco La Pira premia un vigile per il 110 anniversar­io della fondazione del Corpo
 ??  ?? 1927 Vigile rileva un infrazione a un motociclis­ta
1927 Vigile rileva un infrazione a un motociclis­ta
 ??  ?? 1966 Un concerto della banda dei vigili nella Loggia dei Lanzi
1966 Un concerto della banda dei vigili nella Loggia dei Lanzi
 ??  ?? Sopra l’attestato di «idoneità morale» presentato dagli aspiranti vigili Tutte le foto in pagina fanno parte dell’Archivio della Municipale
Sopra l’attestato di «idoneità morale» presentato dagli aspiranti vigili Tutte le foto in pagina fanno parte dell’Archivio della Municipale

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