CANI E PADRONI MULTATI, UNA GUERRA ALLE MOSCHE?
«Prima di consegnare la dichiarazione di guerra agli ambasciatori di Francia e di Inghilterra, Mussolini ingaggiò un’altra impari lotta. Tentò, pensate, di spezzare le reni alle mosche. E fu subito Caporetto. A rompersi l’osso del collo fu infatti il Duce. Come al solito, partimmo per la guerra male armati. Come fucile usammo la carta moschicida.
Si trattava di una striscia di carta adesiva, appesa come un caciocavallo, piena di sostanze zuccherose che attraggono gli insetti. Ma per una mosca rimasta impigliata e condannata a morte, altre nove la facevano franca. Perciò furono le mosche a vincere la partita. E non poteva essere altrimenti, date le forze in campo. Ecco che i sogni di gloria furono rinchiusi in un cassetto. La pretesa di raddrizzare le sorti della guerra avevano le stesse probabilità di un Peretola che batte la Fiorentina delle domeniche migliori. Sì, perché la squadra viola compare e scompare di continuo come i fiumicelli carsici. Solo gli americani stravinceranno. Sganceranno la bomba atomica di quel potente insetticida che è il Ddt e faranno piazza pulita. Come diceva una canzonetta, Ammazza la mosca col Flit. A rinverdire le glorie della Buonanima provvede ora l’assessore Federico Gianassi, uomo di punta del sindaco Nardella. Petto in fuori e pancia in dentro, mani sui fianchi, con voce stentorea dichiara pure lui la guerra alle mosche. Addirittura confida di prendere due piccioni con una fava. Difatti se d’ora in poi i proprietari di cani raccoglieranno le feci dei nostri amici a quattro zampe, non solo la nostra bella città sarà più pulita ma le mosche non si porranno più sugli escrementi. Costretti a una radicale cura dimagrante, deperiranno e tireranno presto le cuoia. Se fossimo angeli non ci sarebbe bisogno di norme e sanzioni. Senza di queste però, visto che angeli non siamo, ognuno farebbe come gli pare. È per questo che da lunedì, come annunciato, il sullodato assessore ha sguinzagliato — è proprio il caso di dire — quindici vigili urbani in divisa e cinque in borghese che hanno già cominciato ad appioppare la multa di 60 euro a chi è sprovvisto dei sacchetti adatti alla bisogna e di 160 euro a chi è colto in fallo, a chi cioè non raccatta i bisognini del suo cane. Ovviamente plaudiamo all’iniziativa. Se l’assessore Gianassi riuscirà nell’impresa sarà considerato a giusto titolo un eroe, degno del Fiorino d’oro come benemerito della città del giglio. Ma è quel «d’ora in poi» che ci insospettisce. Per non dire peggio. E già, perché si deve sapere che la norma e la sanzione di cui sopra non sono entrate in vigore pochi giorni fa. Nossignori. Sono contemplate dall’articolo 25 del regolamento comunale per la tutela degli animali, approvato dal Consiglio comunale il 3 maggio 1999 e modificato nel 2002 e nel 2014. Allora è legittimo domandarsi perché mai tale normativa ha sonnecchiato fino ai giorni nostri. Pro bono pacis, l’assessore, persona evidentemente di buon cuore, sorvola su questo increscioso fatto. Ma in sostanza ci dice: «Abbiamo sopportato per quasi vent’anni, ora basta». Sarà, ma nutriamo scarsa fiducia nella parola dei nostri beneamati politici. Per dirla tutta, temiamo che i vigili staranno con gli occhi spalancati per qualche settimana e poi tutto tornerà come prima. E veniamo alle dolenti note. Il nostro ordinamento giuridico è grande e grosso come — ricordate? — Primo Carnera. E la cosa si spiega. È la conseguenza della manìa tipica della sinistra di regolamentare ogni cosa, per piccola che sia: dalla culla alla tomba. Basti dire che le regole che disciplinano il Pd sono talmente complesse che chi ci capisce è bravo. Ma poi scatta la legge del contrappasso. Tanta normativa è temperata dal fatto di essere spesso e volentieri disapplicata. Insomma, è un colabrodo. E le responsabilità sono di tutti: sia di chi ne è destinatario e se ne fa un baffo, sia di chi sarebbe tenuto a farle rispettare e invece dorme il sonno d’Aligi. Così l’anarchia regna sovrana. Nei caffè i bagni non sono aperti a tutti. Mozziconi di sigaretta e altro sono gettati a terra. Gli accattoni, anche in pieno centro, se ne stanno indisturbati. Anche quando, per impietosire i passanti, fanno chiedere l’elemosina a cani inconsapevoli dotati di cappellino. Biciclette e motorini procedono di notte a fari spenti. Anche perché spesso non ne sono dotati. E così via. Siamo alle prove d’orchestra di felliniana memoria. E, credetemi, non è un bel vedere.
E’ l’Italia La norma e la sanzione non sono una novità: esistono dal 1999 ma non sono mai state applicate