E il muro pericolante? I soldi ci sono, i lavori no
Era il febbraio dello scorso anno quando il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria annunciò lo stanziamento di 3 milioni per la ristrutturazione del carcere. Fondi a cui si aggiungono altri 5 milioni di fondi europei e oltre 1 milione proveniente dalla Cassa Ammende, tutti da utilizzare anche per il potenziamento della sicurezza.Ad oggi però, soltanto una parte dei lavori è in corso. Ancora in alto mare le gare d’appalto relative al rafforzamento della sicurezza. Proprio nei giorni scorsi, era stato il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, in visita a Sollicciano, a sottolineare l’urgenza dei lavori. Perché i lavori vanno a rilento? «Sono i tempi lunghi che richiedono le gare d’appalto» spiega Santi Consolo, direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che però precisa: «Una arte importante dei lavori è già cominciata, la restante parte partirà prima possibile, ma l’impianto anti scavalcamento era funzionante tanto che durante la triplice evasione è tasto dato l’allarme». Proprio ieri pomeriggio, alla direzione romana del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, si è tenuto un tavolo su Sollicciano, già in programma da tempo, alla presenza del sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, oltre che della direttrice Loredana Stefanelli e del comandante Mario Salzano, collegati in videoconferenza. Un incontro nel quale è stata analizzata l’evasione di lunedì e durante il quale tutti gli attori coinvolti si sono impegnati ad accelerare i tempi per il potenziamento della sicurezza al fine di impedire altre possibili fughe. Proprio oggi arriveranno a Sollicciano i vertici del Dap, tra cui l’architetto responsabile dei progetti tecnici. Secondo i sindacati degli agenti penitenziari, quella di lunedì è stata «un’evasione annunciata». «Sollicciano è ormai abbandonato a se stesso con una presenza di 655 detenuti e una carenza di 210 unita di polizia penitenziaria» dice Giuseppe Proietti Consalvi, vice segretario generale dell’Osapp. Un vero e proprio sotto organico per gli agenti penitenziari, ribadisce Eleuterio Grieco della UilPa. «La pianta organica dovrebbe essere di 621, ma ad occuparsi della sicurezza sono soltanto 258 agenti».