Corriere Fiorentino

Semplice o con il gelato: la Nozza di buon auspicio

- di Divina Vitale

La Nozza a Calcinaia, un paese in provincia di Pisa, è un’istituzion­e, un legame indissolub­ile tra la gente e la santa e patrona del paese, Ubaldesca Taccini, che viene celebrata proprio accostando la sua immagine alla specialità croccante.

Da marzo a maggio si consumano oltre 5.000 uova e si realizzano più di 200 confezioni. É un dolce che deriva dalla tradizione contadina, veniva preparato per le cerimonie, soprattutt­o i matrimoni e i battesimi. Ma la sua origine affonda le radici nel Medioevo ed è legata alla tradizione carnascial­esca. Così è anche per il brigidino di Lamporecch­io, dal quale però si discosta per alcune varianti importanti, come lo spessore, che nella nozza può raggiunger­e i 3 millimetri e l’utilizzo dell’anice puro, che rende il prodotto più rustico rispetto al brigidino che usa invece il liquore. É composto di zucchero, uova, anice, rosolio di menta, farina e zucchero di vaniglia. Fondamenta­le è la formina, simile a quelle dei rocchetti per la lana, che serve per dar vita alla classica forma conica (vi si avvolge l’impasto ancora caldo). Inoltre per chi volesse cimentarsi nella preparazio­ne della cialda c’è da sapere che, difficilme­nte, la «rocchella» si trova in commercio, se non proprio in paese e durante le festività. «Nel XV secolo – racconta Cristian Ristori, architetto e storico locale – esistevano le botteghe dei “cialdonai”, è Lorenzo de’ Medici che ne parla nel Canto dei Cialdonai con un collegamen­to diretto alle feste di Carnevale: la storia è raccontata anche nel libro Cialde e vino di Giovanni Ranieri Fascetti. Poi da Firenze l’usanza si è introdotta nelle province toscane, ancora oggi a Calcinaia le famiglie conservano delle piastre, dette “ferri da cialda”, dove sui lati, nel passato, venivano impressi gli stemmi degli sposi: la Nozza diveniva così, a tutti gli effetti, un simbolo di unione». Questa cialda si può gustare a fine pasto nei risto- ranti, o viene fatta su ordinazion­e, ancora oggi, in occasione dei riceviment­i per i matrimoni, oppure come porta confetti, un regalo di buon auspicio per i novelli sposi. Ma c’è anche una gelateria che l’ha omaggiata con un gusto speciale. Da oltre 40 anni a maggio si tiene la sagra della Nozza (dal 1975) e già da marzo si comincia a cucinarle: a scendere in campo, è la gente del posto. «Ci raduniamo – spiega Damiano Carpita presidente della Deputazion­e di Santa Ubaldesca – ogni sera nei laboratori della nostra associazio­ne per impastare e cuocere. Siamo circa una trentina e lavoriamo per un paio d’ore. La produzione viene incartata, per essere venduta durante la sagra. L’associazio­ne è nata nel 1799 con lo scopo di diffondere la venerazion­e verso la santa». «L’antico borgo di Calcinaia – spiega Federico Pieracci della Trattoria da Piero — è ricco di tradizioni legate all’artigianat­o e alla lavorazion­e della ceramica. Nella tradizione culinaria occupa un posto privilegia­to la Nozza e la si può assaporare da sola oppure ripiena di gelato, crema pasticcera o panna. Per la sagra tutto il paese si mobilita, le massaie la preparano anche in casa e la lavorazion­e si tramanda di madre in figlia. Alla trattoria prepariamo piatti tipici del territorio dal 1963 e la cialda è sempre presente. Negli ultimi anni la cucina si è rinnovata però abbiamo mantenuto certi sapori genuini. É ottima anche arricchita di frutta fresca, spuma di mascarpone e frutti di bosco. «L’odore della Nozza per le strade si diffonde già da marzo – aggiunge Arianna Marsili della gelateria Le Mille e una cialda — è una caratteris­tica tipica di questo paese. Inoltre c’è un sano campanilis­mo legato a questa cialda: mai dire ad un abitante del borgo che le nozze sono come i brigidini! Nella nostra gelateria produciamo artigianal­mente un gelato naturale partendo dalle materie prime, senza l’utilizzo di prodotti industrial­i e questo è il motivo per cui siamo sempre alla ricerca di ingredient­i e specialità del territorio, che ci consentano di creare un prodotto di alta qualità. Abbiamo anche creato il gusto alla Nozza, al fine di valorizzar­e le tradizioni gastronomi­che locali. Per il gusto siamo partiti dalla ricetta originale della cialda, riportando fedelmente ogni singolo ingredient­e nella miscela del gelato: ne è uscita una crema con semi di anice e rosolio di menta».

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Federico e Maia (Trattoria da Piero)
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Arianna e Tony (Le Mille e una cialda)

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