«Sbagliato licenziare per poi riassumere È guerra tra poveri»
1. Sono favorevole a un’Università che riceva finanziamenti adeguati a garantire qualità della didattica e delle strutture, che riconosca il ruolo dei ricercatori, che garantisca a tutte e tutti il diritto allo studio, anche collegandolo a criteri di merito e di reddito. Ribaltare le priorità è cecità culturale. 2. No: la prima cosa da fare è proteggere il lavoro e l’equità fiscale, che da anni subiscono l’attacco della globalizzazione e del neo liberismo. Usare la stessa medicina che ha creato la malattia è un errore. 3. Si deve superare gradualmente l’attuale regime: fino a adesso i tassisti sono stati costretti a pagare somme ingenti, spesso indebitandosi a vita, per avere una licenza che garantisca loro un lavoro. 4. Sono da sempre favorevole a proteggere i settori strategici e socialmente sensibili della nostra economia, e comunque a impedire che la concorrenza si scarichi unicamente sulla pelle di chi lavora. 5. Sono totalmente contrario all’idea che il lavoro dei più giovani passi per il licenziamento di chi è già occupato: è una guerra tra poveri che favorisce solo chi specula sulla vita delle persone, e chi lo fa non è neanche un vero imprenditore. Occorre ridurre l’orario di lavoro e cancellare la riforma Fornero. 6. Occorre regolare diversamente il commercio internazionale, che deve basarsi sulla cooperazione fra gli Stati e non sulla concorrenza fra multinazionali. Si tratta di passare dall’assioma «free trade», commercio libero, a «fair trade», commercio equo, giusto, chiaro. 7. Tagliare per tagliare non serve a niente e spesso significa solo cancellare servizi e diritti. È giusto invece aumentare l’efficienza della spesa, così da avere maggiori risorse per sanità, scuola, alloggi pubblici, servizi per i bambini e gli anziani e investimenti. 8. No: prima di tutto si deve far sì che tutti paghino le tasse e le paghino secondo il proprio reddito, il vero reddito. Poi si può parlare anche di differenziare i costi dei servizi.
Sbagliato rimodulare i servizi sociali in base al reddito Prima facciamo sì che tutti paghino le tasse secondo il proprio reddito, il vero reddito Poi si può parlare anche di differenziare i costi dei servizi