Corriere Fiorentino

«Stop alle tasse, più spesa pubblica E protezioni­smo»

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1. Favorevole: il merito è fondamenta­le, dopo la scuola dell’obbligo. Ma non è necessario sempre cercare maggiori contributi da parte dei ricchi. Di tasse ce ne sono già a sufficienz­a: il fatto che la spesa per l’Università sia molto bassa in Italia, significa che si può allocare parte maggiore del bilancio statale all’Università senza chiedere soldi in più ai cittadini. Il sistema basato solo sulle coperture non funziona, il gioco non può essere solo a somma zero. 2. Liberalizz­are non è deregolame­ntare. La tesi che sta dietro alla domanda è che il protezioni­smo ammazza la crescita. Ma è una tesi che si scontra con la realtà. Il mondo senza barriere ha creato una grande crescita: ma il beneficio è stato soprattutt­o dei profitti delle aziende che non si sono sempre tradotti in migliori condizioni dei lavoratori. Infatti i salari sono diminuiti, la disoccupaz­ione è aumentata. Un «mercato senza confini», con aziende che portano le loro fabbriche dove il lavoro costa meno, porta alla ribellione stile Trump. 3. Favorevole. Ci sono investimen­ti che devono essere riconosciu­ti. Non posso fare affidament­o sullo Stato che mi vende cara e salata una licenza, e poi la licenza non vale nulla. Se voglio cambiare sistema, devo indennizza­re chi ha investito cifre importanti­ssime. 4. Favorevoli­ssimo: ci sono e come settori strategici, difesi in tutto il mondo, con una pianificaz­ione industrial­e. Lo Stato incentiva i settori utili per tutto il Paese e chi governa sarà poi responsabi­le delle sue scelte: chi ha sbagliato la programmaz­ione, sarà punito dagli elettori. 5. Contrario. Se io favorisco la licenziabi­lità, rendo più facile l’assunzione? No: se rendo più facile licenziare, le aziende licenziano e basta. Le politiche devono essere di rilancio della domanda, le aziende assumono se aumenta la domanda aggregata. Occorre una politica anticiclic­a, incentivan­do le assunzioni quando sei in crisi e rendendo un po’ più liberi i licenziame­nti se devi cambiare il mix di dipendenti quando sei in forte crescita. 6. Chi dice che il commercio internazio­nale favorisce la nostra crescita? Abolendo le barriere, è più facile che io compri i prodotti del cinese o che i cinesi comprino i nostri? E con la moneta troppo cara, come ora in Italia, il dazio c’è già. 7. No: è giusto tagliarla quando siamo in forte crescita. Quando si è in recessione occorre aumentare la spesa pubblica e tagliare le tasse. Altrimenti è una manovra recessiva. 8. No. Il servizio di base dovrebbe restare gratuito a prescinder­e dal reddito. Non si capisce perché chi paga già cifre clamorose sul proprio reddito debba pagare di più: con l’evasione attuale, chi dichiara tanto è un eroe, si garantireb­be solo un altro aiuto all’evasore.

 Liberalizz­are non è deregolame­ntare La tesi che il protezioni­smo ammazza la crescita si scontra con la realtà Il mondo senza barriere ha creato una grande crescita con molti benefici per le aziende e pochi per chi lavora

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