LA CALIFORNIA E LE DUE ITALIE
Alla fine hanno tratto il dado: primarie del Pd il 30 aprile e quindi niente elezioni a giugno. L’attesa spasmodica delle masse per le date della tribolazione democratica ha trovato una risposta. Incuriosiscono di più i primi retroscena del voto che deciderà il nuovo leader del Nazareno. Secondo quanto scrivono alcuni giornali, D’Alema e company penserebbero di sollecitare i loro sostenitori ad andare ai gazebo per costringere Matteo Renzi al ballottaggio e poi sconfiggerlo nello spareggio. Nelle primarie che segnarono la sua ascesa, gli avversari interni del Rottamatore gli imputavano l’intenzione di far breccia nell’elettorato di centrodestra come se fosse un campo di appestati: un sospetto di trucco. Ora invece saremmo di fronte a un inquinamento conclamato del voto: uscire da un partito, ma con il disegno di deciderne il capo... Speriamo di assistere a qualcosa di più serio nelle prossime settimane. Magari a uno straccio di confronto di idee, dentro e fuori i confini del Pd. Renzi sta tornando dalla California. Pare che sia andato nella Silicon Valley a rigenerare le pile, rinfrescando il suo bagaglio culturale e le sue relazioni personali di leader votato all’innovazione. Se la motivazione è questa (e non una manifestazione di assoluta indifferenza per la scissione del suo partito) l’ex premier ha fatto una buona scelta, che potrà essergli utile nel viaggio che farà attraverso l’Italia per le primarie. A una condizione però: che non confonda l’Italia con la California. Perché c’è un Paese, soprattutto al Sud ma non solo, che il linguaggio del 2.0 o 4.0 non è proprio in condizione di capirlo. Mantenere alto il consenso a Firenze e a Milano, la più europea delle nostre città, è cruciale per la prospettiva del renzismo, ma non meno che provare a convincere anche l’Italia del No, quella più profonda, ancora afflitta da emarginazione, disoccupazione, senso di isolamento e abbandono, mancanza di prospettiva. Ora la scommessa di Renzi sembra proprio questa: riuscire a creare (gramscianamente, verrebbe da dire) un equilibrio tra le attese di due Italie molto distanti fra loro.