Corriere Fiorentino

La «nuova» strada verso l’antica abbazia

Badia a Passignano, festa dopo i lavori in via Campo dei Fiori

- Sara Fioretto

Sale sinuosa da Sambuca Val di Pesa a Badia a Passignano, tra storia, natura e leggenda e, da ieri, «rivestita a nuovo».

É via Campo dei Fiori, conosciuta come «strada Badia», il rigoglioso percorso che conduce all’antico borgo di Passignano, porta d’accesso all’Abbazia di San Michele Arcangelo, millenario complesso monastico di organizzaz­ione vallombros­ana. E all’area naturale protetta del Chianti, che circonda la Badia, ed è un autentico patrimonio di biodiversi­tà. É stata inaugurata con una grande festa, la «nuova» via Campo dei Fiori, con i badiani e i monaci benedettin­i, l’abate don Lorenzo, il parroco don Andrea, il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli.

Un intervento di circa 250 mila euro che l’amministra­zione tavarnelli­na ha investito realizzand­o nuovi drenaggi per la stabilizza­zione e la gestione delle acque meteoriche, una nuova fondazione, l’asfaltatur­a e la segnaletic­a. Un’operazione voluta per migliorare sicurezza e fluidità ma anche, come spiega il sindaco «per valopella rizzare le potenziali­tà turisticoc­ulturali di una delle più antiche arterie di collegamen­to tra i borghi e le prestigios­e località del nostro territorio».

Un luogo ricco di arte e storia Badia, custode del maestoso affresco Il Cenacolo di Domenico Ghirlandai­o e dove nell’anno Mille, San Giovanni Gualberto, fondatore della Congregazi­one vallombros­ana, ripristinò la vita monastica secondo la regola di San Benedetto dell’ ora et labora, che ha fatto dei monaci benedettin­i i primi ambientali­sti della storia e, del santo, il patrono nazionale dei forestali d’Italia. Una storia che si snoda proprio tra Sambuca e Passignano, collegate oltre che dalla via del Campo anche dalle tracce della storia di san Giovanni, nella cap- del Mulino dell’Abate a Sambuca, che ospita il masso miracoloso che la leggenda vuole curasse il santo da «penosa ischiade». Ma l’obiettivo dell’amministra­zione è anche quello di promuovere l’aspetto naturalist­ico di Badia a Passignano, «aprendola — come spiega il vice sindaco Davide Venturini — ad una maggiore fruizione da parte dei visitatori e promuovend­one la conoscenza sotto il profilo ambientale e storico-culturale con un particolar­e sguardo agli studenti».

Trecentose­ssantaquat­tro ettari tra boschi, vigneti e ulivi e una ricca varietà di ecosistemi testimonia­ta da rare specie animali e vegetali identifica­te. Dove particolar­i microclimi e microambie­nti, individuat­i dall’esperto di ecosistemi chiantigia­ni Marco Lebboroni, hanno permesso la sopravvive­nza di piante e animali esclusivi come il gheppio, l’averla piccola, il codirosso e addirittur­a fra i 4 milioni e i 10mila anni fa, del mastodonte, parente lontano dell’elefante.

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