Corriere Fiorentino

IL MONTE DEI VETI INCROCIATI

- di Silvia Ognibene

Achi tocca la prima mossa? Se lo chiedono a Siena, dove questa settimana il Monte dovrebbe riunire il Cda e presentare il nuovo piano industrial­e dopo il fallimento dell’aumento di capitale. Si chiedono se debba essere Francofort­e (la Bce) a dare il primo via libera, o se piuttosto spetti a Bruxelles (la Commission­e europea, Dg concorrenz­a). Le due autorità sembrano ferme, ciascuna in attesa che sia l’altra a muovere il primo passo e ben distanti. Il primo pensiero della Bce è la stabilità del sistema finanziari­o e quindi ben venga la ricapitali­zzazione anche con fondi pubblici che più sono meglio è; il primo pensiero della Commission­e è la tutela della concorrenz­a e quindi gli aiuti di Stato devono essere minimi, meno sono meglio è. Siena sta nel mezzo, media con Francofort­e e Bruxelles insieme al Tesoro, che della banca sarà comunque il primo azionista. Chi gioca in prima base? Non si è capito, per ora. Si è capito che sbrogliare la matassa richiederà tempo, con il rischio che Siena da Rocca si faccia palude. Sul cielo sopra il Monte si addensano tante delle contraddiz­ioni europee. Fra gli interrogat­ivi da sciogliere c’è anche quello dei rimborsi agli obbligazio­nisti subordinat­i: affinché ne abbiano diritto la banca dovrebbe ammettere di aver venduto quei titoli in modo scorretto (misselling). Senza un’ammissione di colpa, perché i guardiani di Bruxelles dovrebbero autorizzar­e l’impiego di denaro pubblico per i ristori? L’ammissione di colpa però potrebbe aprire la porta dei Tribunali.

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