IL MONTE DEI VETI INCROCIATI
Achi tocca la prima mossa? Se lo chiedono a Siena, dove questa settimana il Monte dovrebbe riunire il Cda e presentare il nuovo piano industriale dopo il fallimento dell’aumento di capitale. Si chiedono se debba essere Francoforte (la Bce) a dare il primo via libera, o se piuttosto spetti a Bruxelles (la Commissione europea, Dg concorrenza). Le due autorità sembrano ferme, ciascuna in attesa che sia l’altra a muovere il primo passo e ben distanti. Il primo pensiero della Bce è la stabilità del sistema finanziario e quindi ben venga la ricapitalizzazione anche con fondi pubblici che più sono meglio è; il primo pensiero della Commissione è la tutela della concorrenza e quindi gli aiuti di Stato devono essere minimi, meno sono meglio è. Siena sta nel mezzo, media con Francoforte e Bruxelles insieme al Tesoro, che della banca sarà comunque il primo azionista. Chi gioca in prima base? Non si è capito, per ora. Si è capito che sbrogliare la matassa richiederà tempo, con il rischio che Siena da Rocca si faccia palude. Sul cielo sopra il Monte si addensano tante delle contraddizioni europee. Fra gli interrogativi da sciogliere c’è anche quello dei rimborsi agli obbligazionisti subordinati: affinché ne abbiano diritto la banca dovrebbe ammettere di aver venduto quei titoli in modo scorretto (misselling). Senza un’ammissione di colpa, perché i guardiani di Bruxelles dovrebbero autorizzare l’impiego di denaro pubblico per i ristori? L’ammissione di colpa però potrebbe aprire la porta dei Tribunali.