«CASO AIRBNB»: RITARDI E (IN)COMPETENZE
Il Governo ha impugnato la legge toscana sul turismo mettendo nel mirino il cuore del provvedimento: sarà la Corte Costituzionale a stabilire se normare gli affitti turistici sia di competenza della Regione (come sostiene Palazzo Strozzi Sacrati) o dello Stato (come sostiene Palazzo Chigi). Con l’articolo 70 della legge regionale, l’assessore Stefano Ciuoffo aveva tentato di dare delle regole al boom degli affitti Airbnb, limitando l’attività non imprenditoriale. Secondo il Governo, questa è una violazione dell’articolo 117 della Costituzione che assegna allo Stato la titolarità esclusiva dei provvedimenti in materia di tutela della concorrenza. Il conflitto tra la Regione e lo Stato non è nuovo: per limitarci ai casi più recenti, sono state impugnate anche la legge sulle cave, quella sulle concessioni balneari e quella sul commercio. È allora lecito chiedersi se gli uffici regionali non possano fare una valutazione preliminare dell’esito cui andranno incontro i provvedimenti adottati: che senso ha passare mesi fra polemiche e modifiche, quando una verifica più accurata potrebbe dire fin dal principio che certe norme sono destinate ad infrangersi contro un muro? Ma è altrettanto lecito chiedersi qual è l’alternativa: di fronte all’inerzia del Governo centrale, incapace di regolamentare in tempi utili nuovi fenomeni economici, può una Regione rispondere con altrettanto lassismo? La cronaca dei giorni recenti racconta di uno Stato incapace di dare risposte ai cambiamenti rapidi e profondi di tanti settori economici. E di amministrazioni regionali incapaci a loro volta di trovare risposte efficaci senza uscire dai propri confini. Mentre le istituzioni continuano il gioco dell’oca, chi può si organizza per fare affari sfruttando le falle di un sistema normativo fermo al secolo scorso. E esplodono le proteste.