QUANTA NEBBIA SUL CALENDARIO
Le primarie del Pd, fissate per il 30 aprile, dovrebbero consentire tra i tre candidati un confronto meno precipitoso di quello attribuito all’iniziale volontà di Renzi, rendendo quasi impossibile lo svolgimento delle elezioni politiche prima della pausa estiva.Ma si naviga nelle nebbie. Se la controversia insorta dentro il Pd si è chiusa, tutt’altro che definito è il calendario del Paese. Non si sa se e quando il Parlamento si deciderà ad armonizzare le leggi elettorali in vigore per Camera e Senato. E non si capisce se si punti davvero alla conclusione normale della legislatura, nel 2018.. Di certo c’è che entro il 7 maggio, data dell’eventuale ballottaggio, avverrà la proclamazione del vincitore delle contesa interna al Pd e che, a seguire, si avrà un turno di elezioni amministrative. Eppure la consapevolezza delle forme di selezione della rappresentanza e della durata dei mandati ricevuti dai cittadini sono elementi essenziali di una democrazia funzionante.
Da noi, appena eletto un governo o insediata una giunta, si comincia a strologare sui successori. Così è aleatorio verificare i risultati conseguiti, il balletto dei nomi prevale inevitabilmente su tutto il resto. E non si tiene conto che in politica il tempo è sostanza. Nel caso del Pd precipitarsi in fretta verso le primarie avrebbe significato dare più chances all’ex segretario ed ex premier, mentre i concorrenti avevano bisogno di più tempo per organizzare l’attacco e per condurre una campagna sufficientemente argomentata e diffusa. Un’opportunità che però rifletteva l’interesse di un partito, o di ciò che ne resta, che non ha saputo darsi una struttura condivisa e coinvolgente di costante e larga partecipazione. La parossistica personalizzazione della leadership è andata oltre i limiti, così come la dispersione in gruppi o gruppetti spesso facenti riferimento a un capo autoproclamatosi tale. Invece di un semplificante bipolarismo si è scatena una frenetica frammentazione in correnti o aree che hanno prodotto una babele insopportabile. La battuta di un blog ha sostituito la serietà di una motivazione. Le tecnologie informatiche hanno incentivato il dissolvimento delle ragioni di lunga durata o contribuito a mascherare manipolatrici dittature. Si è creduto di risolvere il problema di una decente democraticità enfatizzando un ricorso a primarie regolamentate via via, secondo strategie commisurate al momento. Non ha senso che all’individuazione del leader di un partito prendano parte non iscritti.