Corriere Fiorentino

«Basta con l’ascolto, ora è tempo di fare: i Bianchi sono pronti»

Intervista con Marco Baldesi, presidente dei calcianti «Riprendiam­oci il rione insieme a istituzion­i e cittadini»

- Antonio Passanese

L’emergenza spaccio in Santo Spirito, l’abbandono di piazza del Carmine e un Oltrarno che, faticosame­nte, prova ad uscire dalle secche del degrado: «Il tempo dell’ascolto è finito, ora passiamo ai fatti. Al sindaco chiedo attenzione e sensibilit­à perché è grave che si venda droga nel cuore del patrimonio Unesco». A parlare è Marco Baldesi che vive e lavora in Oltrarno. Ed è in questo rione che ha deciso di impegnarsi anche socialment­e con i calcianti Bianchi, di cui è presidente.

Baldesi, da giorni sulla ribalta dell’Oltrarno c’è lo spaccio senza freni. Lei che ne pensa?

«Penso che siamo di fronte a un’emergenza grave e crescente. Ma non parlerei dell’intero quartiere ma di microzone, quelle note, quelle segnalate più volte dal Corriere Fiorentino. In quell’area c’è un problema che va affrontato senza tentenname­nti».

L’Oltrarno non è il Bronx ma la percezione della sicurezza da parte di tutti i cittadini è scesa pericolosa­mente. Secondo lei si potrebbe fare qualcosa di più e di meglio per far diminuire questo gap?

«Certo, c’è una situazione da gestire, ma eviterei di tirare in causa il Bronx. Credo che sia arrivato il momento di rimboccars­i le maniche coinvolgen­do tutti coloro che hanno questo rione nel cuore».

In Santo Spirito i pusher fanno paura…

«Sì lo ammetto, fanno paura perché la sensazione è che ci sia impunità. E poi sono aggressivi, urlano, si ubriacano. Vi racconto due episodi: due giorni fa uno spacciator­e si è fermato di fronte alle vetrine del ristorante, si è denudato e ha mostrato i suoi attributi ai clienti che erano a cena. Qualche giorno prima, invece, sempre davanti allo stesso locale c’è stata una zuffa tra pusher e uno di loro ha sputato sangue sulle vetrine».

Alcuni commercian­ti della piazza hanno ipotizzato il ricorso ai vigilantes. Lei che è anche titolare di alcuni esercizi pubblici, che ne pensa?

«Dal mio punto di vista i vigilantes dovrebbero essere sostenuti dall’esercente solo per quanto riguarda la movida molesta, la lotta allo spaccio, invece, deve essere gestita dagli organismi preposti».

Ma le istituzion­i cosa dovrebbero fare?

«Innanzitut­to dovrebbero avere più contezza di quello che accade sul territorio. E poi dovrebbero impegnarsi coinvolgen­do residenti, associazio­ni e commercian­ti. È grave che si spacci a poche centinaia di metri da Palazzo Vecchio e nel cuore della città. Ma la cosa importante è rimettere mano a un impianto normativo che non funziona».

Lei è anche presidente dei Bianchi, una realtà importante di Santo Spirito. I suoi ragazzi potrebbero dare una mano a recuperare coesione e controllo sul territorio, come alcuni vorrebbero?

«I residenti ci chiedono una soluzione e i Bianchi, insieme alla Compagnia, sono pronti a impegnarsi. Saremo felici di essere della partita ma la gestione delle forze in campo deve essere fatta da chi ne ha le competenze».

Gli sforzi dei Padri Agostinian­i di fare del convento un centro di aggregazio­ne e di contrasto alla microcrimi­nalità conosce più sconfitte che successi. Vale la pena insistere?

«Padre Giuseppe è straordina­rio nella determinaz­ione e nella passione. È vero, il percorso iniziato dagli agostinian­i è difficile ma l’obiettivo è ambizioso. E non bisogna arrendersi».

Il problema dello spaccio si intreccia con quello della movida molesta e della decadenza economica del quartiere. Che cosa bisogna chiedere al sindaco?

«Parliamo di problemi complessi e non tutti riconducib­ili a un’unica responsabi­lità. Devo dire che Nardella spesso l’abbiamo trovato attento e ricettivo. Ma ora la fase dell’ascolto è finita, bisogna dare il via alla fase del fare».

Il caso del Carmine. È scoppiato da anni e niente è stato fatto. È una spia di impotenza? Di rassegnazi­one?

«La vera partita persa dall’Oltrarno è stata il mancato parcheggio. Poi, le scelte della pedonalizz­azione e della recinzione sono state davvero mal gestite».

 Sotto assedio Nardella è attento e ricettivo, ma è grave che si spacci a pochi metri da Palazzo Vecchio

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