«Basta con l’ascolto, ora è tempo di fare: i Bianchi sono pronti»
Intervista con Marco Baldesi, presidente dei calcianti «Riprendiamoci il rione insieme a istituzioni e cittadini»
L’emergenza spaccio in Santo Spirito, l’abbandono di piazza del Carmine e un Oltrarno che, faticosamente, prova ad uscire dalle secche del degrado: «Il tempo dell’ascolto è finito, ora passiamo ai fatti. Al sindaco chiedo attenzione e sensibilità perché è grave che si venda droga nel cuore del patrimonio Unesco». A parlare è Marco Baldesi che vive e lavora in Oltrarno. Ed è in questo rione che ha deciso di impegnarsi anche socialmente con i calcianti Bianchi, di cui è presidente.
Baldesi, da giorni sulla ribalta dell’Oltrarno c’è lo spaccio senza freni. Lei che ne pensa?
«Penso che siamo di fronte a un’emergenza grave e crescente. Ma non parlerei dell’intero quartiere ma di microzone, quelle note, quelle segnalate più volte dal Corriere Fiorentino. In quell’area c’è un problema che va affrontato senza tentennamenti».
L’Oltrarno non è il Bronx ma la percezione della sicurezza da parte di tutti i cittadini è scesa pericolosamente. Secondo lei si potrebbe fare qualcosa di più e di meglio per far diminuire questo gap?
«Certo, c’è una situazione da gestire, ma eviterei di tirare in causa il Bronx. Credo che sia arrivato il momento di rimboccarsi le maniche coinvolgendo tutti coloro che hanno questo rione nel cuore».
In Santo Spirito i pusher fanno paura…
«Sì lo ammetto, fanno paura perché la sensazione è che ci sia impunità. E poi sono aggressivi, urlano, si ubriacano. Vi racconto due episodi: due giorni fa uno spacciatore si è fermato di fronte alle vetrine del ristorante, si è denudato e ha mostrato i suoi attributi ai clienti che erano a cena. Qualche giorno prima, invece, sempre davanti allo stesso locale c’è stata una zuffa tra pusher e uno di loro ha sputato sangue sulle vetrine».
Alcuni commercianti della piazza hanno ipotizzato il ricorso ai vigilantes. Lei che è anche titolare di alcuni esercizi pubblici, che ne pensa?
«Dal mio punto di vista i vigilantes dovrebbero essere sostenuti dall’esercente solo per quanto riguarda la movida molesta, la lotta allo spaccio, invece, deve essere gestita dagli organismi preposti».
Ma le istituzioni cosa dovrebbero fare?
«Innanzitutto dovrebbero avere più contezza di quello che accade sul territorio. E poi dovrebbero impegnarsi coinvolgendo residenti, associazioni e commercianti. È grave che si spacci a poche centinaia di metri da Palazzo Vecchio e nel cuore della città. Ma la cosa importante è rimettere mano a un impianto normativo che non funziona».
Lei è anche presidente dei Bianchi, una realtà importante di Santo Spirito. I suoi ragazzi potrebbero dare una mano a recuperare coesione e controllo sul territorio, come alcuni vorrebbero?
«I residenti ci chiedono una soluzione e i Bianchi, insieme alla Compagnia, sono pronti a impegnarsi. Saremo felici di essere della partita ma la gestione delle forze in campo deve essere fatta da chi ne ha le competenze».
Gli sforzi dei Padri Agostiniani di fare del convento un centro di aggregazione e di contrasto alla microcriminalità conosce più sconfitte che successi. Vale la pena insistere?
«Padre Giuseppe è straordinario nella determinazione e nella passione. È vero, il percorso iniziato dagli agostiniani è difficile ma l’obiettivo è ambizioso. E non bisogna arrendersi».
Il problema dello spaccio si intreccia con quello della movida molesta e della decadenza economica del quartiere. Che cosa bisogna chiedere al sindaco?
«Parliamo di problemi complessi e non tutti riconducibili a un’unica responsabilità. Devo dire che Nardella spesso l’abbiamo trovato attento e ricettivo. Ma ora la fase dell’ascolto è finita, bisogna dare il via alla fase del fare».
Il caso del Carmine. È scoppiato da anni e niente è stato fatto. È una spia di impotenza? Di rassegnazione?
«La vera partita persa dall’Oltrarno è stata il mancato parcheggio. Poi, le scelte della pedonalizzazione e della recinzione sono state davvero mal gestite».
Sotto assedio Nardella è attento e ricettivo, ma è grave che si spacci a pochi metri da Palazzo Vecchio