Sant’Anna e Normale, fine di una rivalità
Cda unico tra le due Scuole d’eccellenza pisane: «Faremo corsi e ricerca insieme»
Una federazione tra istituti, con un unico consiglio di amministrazione, offerta formativa integrata e ricerca congiunta. Una svolta per la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna, che si compirà entro la fine dell’anno. L’annuncio in occasione della classifica sulle piccole università redatta dall’autorevole rivista Times Higher Education, in cui Normale e Sant’Anna si sono aggiudicate il quinto e sesto posto.
PISA Una federazione tra istituti, con un unico consiglio di amministrazione, offerta formativa integrata e ricerca congiunta. Una svolta per la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna, che si compirà entro la fine dell’anno. L’annuncio è stato dato in occasione della classifica sulle piccole università redatta dall’autorevole rivista Times Higher Education, in cui Normale e Sant’Anna si sono aggiudicate rispettivamente il quinto e sesto posto al mondo. «Questa classifica — spiegano il direttore della Normale Vincenzo Barone e il rettore della Sant’Anna Pierdomenico Perata — è l’ennesima testimonianza che le nostre scuole sono talmente vicine che sono ormai pronte ad annunciare la loro prossima federazione».
Una nuova stagione per i due istituti di eccellenza, le cui evoluzioni — molto diverse — si sono incrociate negli ultimi anni del secolo scorso, dapprima in una competizione diventata a tratti anche caricaturale, poi in una collaborazione sempre più stretta. «Le nostre scuole si sono sempre integrate alla perfezione», dicono ora Barone e Perata, scacciando i vecchi vezzi agonistici. «L’accordo per la federazione è già stato inserito nel piano triennale che abbiamo inviato al Ministero — spiega Perata — e ora aspettiamo il via libera. Procederemo poi alle modifiche dei due statuti, per poi chiudere un accordo federativo che porterà ad un unico Cda, entro il 2017, per Scuola Normale, Sant’Anna e Iuss di Pavia». Della federazione si parlava da anni ma, aggiungono Perata e Barone, «solo ora ci sono le condizioni adatte: discipline complementari, strutture congiunte, dimensioni». Non si è pensato ancora a un nome, mentre il consiglio di amministrazione «verrà composto in modo paritetico fra le tre istituzioni». Il primo passo saranno i corsi di orientamento estivi, che da quest’anno saranno congiunti. L’obbiettivo finale, spiega Barone, «è la sinergia scientifica: una si dedica in maniera prevalente alle scienze di base e alle humanities, l’altra alle scienze applicate». Oltre che sul piano scientifico, la federazione tra Sant’Anna e Normale è stata pensata anche per ragioni amministrative e politiche: «Per fronteggiare la progressiva ma continua riduzione del fondo di finanziamento ordinario», dicono rettore e direttore. «Auspichiamo che il Ministero dell’istruzione voglia sostenere la federazione anche in termini economici, cogliendo il senso di una scelta che porterà benefici al sistema Paese».
Laboratori, didattica, progetti di ricerca congiunti e piani di sviluppo delle strutture: «La federazione consente di crescere come dimensioni, conservando però gli aspetti positivi dell’essere piccoli istituti», dice Perata. Gli stessi aspetti sottolineati dalla classifica di Times Higher Education: la presenza di alcuni dei migliori scienziati tra i docenti, le citazioni e le pubblicazioni scientifiche su riviste di altissimo livello e impatto, le collaborazioni con il mondo delle istituzioni e delle imprese, le aziende spin off create e i brevetti registrati. Il percorso delle due scuole è ultraselettivo, occorre conoscere almeno due lingue e gli standard di studio sono elevati. Non mancano poi i nomi eccellenti fra gli ex allievi, che contribuiscono al prestigio delle due istituzioni, e poi c’è la manciata di metri che separano le due sedi: di fatto, Normale e Sant’Anna sono un’unica comunità scientifica.