Mimosa sì, mimosa no: è ancora un simbolo?

«Resta un simbolo, va acceso di contenuti»

«Regalare una mimosa può essere un simbolo che va acceso di sempre nuovi e contemporanei contenuti perché l’Otto marzo è una festa da celebrare sempre rinnovandone il significato». La pensa così Elena Favilli, classe 1982, toscana di Loro Ciuffenna con Francesca Cavallo autrice del caso editoriale Storie della buonanotte per bambine ribelli, libro che (finanziato dagli utenti della Rete dopo aver raccolto oltre un milione di dollari da 70 nazioni in soli 28 giorni, per un totale di un milione e 300 mila dollari da aprile a ottobre 2016) uscito nel novembre 2016 in America è arrivato in Italia (Mondadori) in questi giorni. «La festa e la protesta anche internazionale di oggi assumono un valore importante alla luce delle condizioni politiche in cui versano gli Stati Uniti» racconta Favilli che da anni vive a Los Angeles e che ieri era a Montecitorio a presentare le sue 100 biografie anche illustrate di altrettante donne oggi famose, da Margherita Hack a Jane Austen e da Coco Chanel a Michelle Obama. «Negli ultimi mesi il tema dell’uguaglianza femminile è divenuto centrale e sempre più sentito, in Italia come nel resto del mondo sono sempre troppi i casi di violenza e di femminicidio. Nel nostro piccolo per oggi abbiamo invitato le nostre collaboratrici americane a prendersi un giorno di riposo dal lavoro. Allo stesso tempo crediamo che, lontano dalla retorica, occorra rinnovare e rendere contemporaneo il significato della festa. Con il nostro libro che speriamo leggano tante bambine ma anche tanti bambini, rievochiamo la storia di donne artiste, scrittrici, scienziate, sportive che si sono impegnate, non poco, e alla fine si sono affermate. Figure esemplari di ieri e di oggi da cui le donne e gli uomini di domani traggano ispirazione imparando a coltivare il rispetto sin da piccoli».

 Elena Favilli La festa e la protesta globale di oggi assumono un valore importante viste le condizioni politiche in cui versano gli Usa