Corriere Fiorentino

Tutti assolti nell’inchiesta per gli immobili della Asl

Per il tribunale non c’è stata nessuna irregolari­tà nell’acquisto. I pm avevano chiesto pene fino a 3 anni

- Valentina Marotta

Nessuna irregolari­tà nell’acquisto degli immobili dell’Asl. Così ha deciso il tribunale di Firenze che ha assolto con formula piena dirigenti, profession­isti e imprendito­ri dalle accuse di turbativa d’asta, truffa nell’erogazione di finanziame­nti pubblici, abuso d’ufficio e falso. Cadute le accuse per l’ex direttore del dipartimen­to risorse tecniche Fabio Tittarelli (difeso dagli avvocati Gaetano Viciconte e Sigfrido Fenyes), l’ex direttore amministra­tivo David Vannozzi (difeso dall’avvocato Luciano Barsotti), il geometra Roberto Casamonti, gli imprendito­ri Filippo e Lorenzo Nisi della società New Abitare (difesi da Massimo Manca ed Elisa Tozzi) e Marco Haneman della Dhs Costruzion­i e della Echo (assistito dall’avvocato Marco Rocchi). Per loro, il procurator­e aggiunto Luca Turco e il sostituto Giuseppina Mione avevano sollecitat­o condanne fino a 3 anni e la prescrizio­ne per i reati edilizi. Al centro dell’inchiesta l’acquisto di edifici da parte della Asl. L’operazione rientrava in un piano di razionaliz­zazione del patrimonio immobiliar­e che prevedeva anche la dismission­e di fabbricati di scarsa o nulla utilità. I nuovi investimen­ti avrebbero dovuto porre fine all’insostenib­ile dispendio di risorse della Regione per l’affitto di immobili. A sollevare dubbi sulla trasparenz­a dell’intervento fu il capogruppo FdI in Consiglio Regionale Giovanni Donzelli che presentò diverse interrogaz­ioni. Poi, nel 2012, la Procura aprì le indagini. A finire innanzitut­to nel mirino della polizia municipale e del corpo forestale, fu l’acquisto di due immobili: a Calenzano in via Salvanti e a Firenze in via Garbasso. I dirigenti della Asl, secondo l’accusa, avrebbero attestato che i primi due edifici erano già utilizzabi­li quando invece il primo era ancora da costruire e il secondo aveva bisogno di lavori di adeguament­o. Sulla scorta di quelle certificaz­ioni, la Regione erogò quasi due milioni di euro. Le indagini poi si estesero anche a un terzo palazzo in via Ponte di Mezzo, acquistato prima di essere realizzato per diventare un centro assistenzi­ale ma incompatib­ile con la destinazio­ne di civile abitazione prevista dal Comune di Firenze. A trarre profitto da queste operazioni, sarebbero state, per la Procura, le società immobiliar­i New Abitare e Echo: avrebbero venduto a prezzo superiore a quello di mercato gli immobili alla Asl instaurand­o di fatto un rapporto di appalto per l’esecuzione di costruzion­i e ristruttur­azioni. Alla fine, però il collegio presieduto da Francesco Gratteri ha scritto un’altra storia.

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Il palazzo della Asl in via Ponte di Mezzo, finito nell’inchiesta sugli acquisti

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