Venduti tutti i talenti: l’attacco non segna più
C’è stato un momento del campionato 2015-16 in cui addirittura di parlava di Europa dalle parti di Empoli. La squadra di Giampaolo giocava bene e faceva punti, tanto da sembrare troppo bella per essere vera. Ma quella non era la normalità: i dirigenti azzurri lo stanno ripetendo da settimane, sottolineando come la squadra, nella sua storia, abbia sempre dovuto soffrire per arrivare alla salvezza. Così come sta penando quest’anno, pur avendo un buon vantaggio sulla terzultima (7 punti). L’Empoli è la squadra del campionato di serie A che ha peggiorato maggiormente il suo score rispetto ad un anno fa. Dopo 27 giornate, e in virtù di 5 vittorie, 7 pareggi e 15 sconfitte, ha collezionato appena 22 punti. Ma cos’è successo? Innanzi tutto è cambiata la guida tecnica e, anche se Martusciello conosce l’ambiente come le sue tasche, ha dovuto reinventarsi una squadra che nell’estate scorsa ha perso molti dei suoi uomini più importanti come Tonelli, Mario Rui, Paredes e Zielinski. Senza considerare la variabile Saponara, il genio dell’Empoli nei primi due anni di serie A, che quest’anno ha smarrito la sua lampada, tanto da convincere il club a cederlo alla Fiorentina a gennaio. Infine l’attacco che non segna. I soli 15 gol realizzati (Mchedlidze l’unica nota lieta) sono sintomatici: «Se siamo in questa posizione, è anche perché facciamo pochi gol», ha detto Martusciello dopo la sconfitta col Genoa. Comunque la storica terza salvezza consecutiva è sempre a portata di mano, qualcuno accusa «più per demeriti altrui», e anche per questo in vista dell’anno prossimo servirà correre ai ripari. Perché la quota salvezza potrebbe tornare a 40 punti.