Corriere Fiorentino

Venduti tutti i talenti: l’attacco non segna più

- Michela Lanza

C’è stato un momento del campionato 2015-16 in cui addirittur­a di parlava di Europa dalle parti di Empoli. La squadra di Giampaolo giocava bene e faceva punti, tanto da sembrare troppo bella per essere vera. Ma quella non era la normalità: i dirigenti azzurri lo stanno ripetendo da settimane, sottolinea­ndo come la squadra, nella sua storia, abbia sempre dovuto soffrire per arrivare alla salvezza. Così come sta penando quest’anno, pur avendo un buon vantaggio sulla terzultima (7 punti). L’Empoli è la squadra del campionato di serie A che ha peggiorato maggiormen­te il suo score rispetto ad un anno fa. Dopo 27 giornate, e in virtù di 5 vittorie, 7 pareggi e 15 sconfitte, ha colleziona­to appena 22 punti. Ma cos’è successo? Innanzi tutto è cambiata la guida tecnica e, anche se Martusciel­lo conosce l’ambiente come le sue tasche, ha dovuto reinventar­si una squadra che nell’estate scorsa ha perso molti dei suoi uomini più importanti come Tonelli, Mario Rui, Paredes e Zielinski. Senza considerar­e la variabile Saponara, il genio dell’Empoli nei primi due anni di serie A, che quest’anno ha smarrito la sua lampada, tanto da convincere il club a cederlo alla Fiorentina a gennaio. Infine l’attacco che non segna. I soli 15 gol realizzati (Mchedlidze l’unica nota lieta) sono sintomatic­i: «Se siamo in questa posizione, è anche perché facciamo pochi gol», ha detto Martusciel­lo dopo la sconfitta col Genoa. Comunque la storica terza salvezza consecutiv­a è sempre a portata di mano, qualcuno accusa «più per demeriti altrui», e anche per questo in vista dell’anno prossimo servirà correre ai ripari. Perché la quota salvezza potrebbe tornare a 40 punti.

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