Maggio Fenice?
Chiarot, da Venezia, è il nome in pole per il dopo Bianchi
È il nome che ricorre più spesso e con più convinzione in questi giorni quando si parla del prossimo sovrintendente del Maggio: Cristiano Chiarot, che guida la Fenice di Venezia dal 2010, non conferma e non smentisce. Tace sul suo possibile coinvolgimento alla guida del nostro teatro dell’Opera.
Ma è un fatto che su di lui convergano ultimamente i pensieri e le aspettative di molti e che anche lui come il coordinatore artistico del Maggio proviene dalla Fenice. Classe 1952, ex giornalista e dal ‘91 dentro la macchina del teatro della sua città, ha un’esperienza consolidata soprattutto per quanto riguarda la conciliazione di programmazione operistica e non solo — musicale in genere e poi balletti, incontri, attività per bambini — e esigenze di cassa e ha informato su questo la sua politica. Oggi è presidente dell’Anfols (Associazione nazionale Fondazioni liriche), ha chiuso l’ultimo bilancio del suo teatro pubblicato, il consuntivo 2015, con un leggero utile — ma va detto che il Comune di Venezia è stato generoso quanto a contributi con poco meno di 4 milioni e mezzo — e per farlo ha puntato fondamentalmente su una programmazione di repertorio molto attenta al grande afflusso turistico della sua città. Anni fa, era il 2011, confrontammo il suo bilancio in pareggio con quello del Maggio che aveva il segno meno per 8 milioni. Lui ci rispose dicendo tra l’altro che sì facevano molto repertorio ma cercavano anche di puntare sulle nuove produzioni e che risparmiavano sui costi grazie a «una convenzione tra il teatro, l’Accademia di belle arti, il Conservatorio e la facoltà di architettura» grazie alle quale venivano assoldati come scenografi, registi e cantanti i migliori studenti di queste istituzioni.