Cascine, un pusher ogni dieci passi
Passanti infastiditi fin da piazzale Vittorio Veneto. E lo spaccio si sposta intorno alla Leopolda
Nel parco delle Cascine, nonostante gli ultimi blitz delle forze dell’ordine, il supermarket della droga è sempre aperto e ben fornito.Nei pratoni, sui viali e sull’argine dell’Arno, di giorno o di notte, si può trovare qualcuno pronto a offrire hashish, marijuana, coca ed eroina. Ogni dieci passi — fin da piazzale Vittorio Veneto, fuori dal parco, fino alla piscina Pavoniere — avvicinano con una scusa («Mi fai accendere?», «Hai una sigaretta?») e poi vanno al sodo: «Ti serve qualche droga? Qui abbiamo tutto, basta chiedere. Roba buona, provala...». I pusher, per lo più ghanesi, senegalesi e nigeriani, si sono divisi in gruppi e sono così ben organizzati che, non appena fiutano il pericolo, si disperdono in pochi secondi. Possono contare sulle sentinelle in bici posizionate in punti strategici che, in caso di pattugliamenti, corrono da una parte all’altra per lanciare l’allarme. Ma non appena il peggio è passato eccoli tornare di nuovo al loro posto.
Giovedì alle Cascine di spacciatori se ne contavano almeno una cinquantina. Un mercato fiorente che vede nei ragazzi i clienti preferiti. Come poco dopo pranzo, quando dal tram proveniente da Scandicci sono scesi dieci studenti, aria stralunata e zaino in spalla: si sono frugati nelle tasche, hanno messo insieme un bel gruzzoletto e poi si sono diretti verso un gruppo di ghanesi per comperare «erba». Ma nel supermarket della droga c’erano anche persone un po’ più attempate alla ricerca di qualcosa di forte. E dopo un veloce giro e qualche chiacchiera sono state accontentate anche loro.
I frequentatori abituali del parco — le famiglie, i runner, gli anziani che portano a passeggiare i cani — fanno finta di non vedere ciò che accade sotto i loro occhi: «Abbiamo paura ma che possiamo fare? Meglio il silenzio che una coltellata — dice una mamma a passeggio con i suoi due figli — Questa gente è violenta, non ha nulla da perdere».
Lo spaccio si sta allargando a macchia d’olio anche verso Porta al Prato e la ex stazione Leopolda. Ieri mattina, nei pressi dello spazio espositivo, c’era un pusher nordafricano all’angolo tra via Luciano Bausi e largo Porta Leopolda che, in un’oretta di lavoro, ha venduto diverse «palline» bianche che teneva nascoste in buco creato nell’attraversamento che dalla Leopolda sbuca in via Ponte alle Mosse. La situazione, in quell’area, è così al limite che in serata il comitato Peretola Baracca, con quello di San Jacopino e di Novoli, hanno organizzato un presidio davanti alla facoltà di architettura. Una trentina di persone — tra loro anche il leader di CasaPound Saverio Di Giulio — si sono ritrovati nel piazzale delle Cascine con fiaccole e striscioni: «Contro il degrado e l’abbandono riprendiamoci le Cascine».