Corriere Fiorentino

IL LABORATORI­O TOSCANO DEI RIFORMISTI

- Riccardo Nencini* *Segretario Psi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Caro direttore, il Pd riflette al Lingotto, la sinistra riformista faccia della Toscana il suo laboratori­o per andare oltre il Novecento. È la proposta al centro del congresso socialista (a Roma il 18 e il 19 marzo) in Toscana. Perché proprio qui si manifestò in pieno la follia massimalis­ta e l’illusione della rivoluzion­e, qui ha preso vita dagli anni ‘60 un modello di sviluppo oggi in emergenza, proprio qui assistiamo a un caso unico in Italia. Per la prima volta la Toscana ha un presidente «solitario». Con un partito in formazione ma senza una spalla, né in Consiglio né in Giunta né in uno dei Comuni capoluogo di regione. Chi deve costruire un nuovo partito, deve farsi largo distinguen­dosi dagli altri, soprattutt­o dal partito da cui si proviene. È quello che Rossi sta facendo. Prevedere il futuro non è complicato: saliranno le tensioni, la visione di governo ne risentirà. E intanto vanno al voto Pistoia e due città difficili, Lucca e Carrara. In Italia c’è stato un solo partito a vocazione maggiorita­ria: la Dc degasperia­na del 1948. Tutti gli altri hanno fallito. Non vedo più maggioranz­e assolute affidate a un unico partito nemmeno in Toscana. Una ragione in più perché il Pd coltivi l’ambizione di essere sì il primo ma senza essere da solo. Dunque: cosa fare e con chi sono le due domande principali. Suggerisco i primi capitoli. Uno. Le società complesse si governano in sinergia con la società di mezzo: sindacati, associazio­ni, municipali­tà. Si decide dopo aver fatto rete. Non parlo di concertazi­one vecchia maniera. Parlo di coinvolgim­ento dei tanti poteri civici. Siamo d’accordo? Due. Alcuni stereotipi da sinistra del passato vanno rimossi. Esempio: sosteniamo tutte le imprese in crisi o solo quelle che hanno un futuro, che pagano tasse in Italia, che non si trasferisc­ono all’estero? E il nodo migranti lo affrontiam­o secondo il canone del multicultu­ralismo del «fai come ti pare» o ci affidiamo alla valorizzaz­ione dei nostri valori, della parità uomo-donna, dei diritti fondamenta­li della persona? E la riforma istituzion­ale, battuta il 4 dicembre, non potrebbe ripartire da qui con la costruzion­e di piattaform­e comunali più larghe, con l’elezione diretta del vertice della città metropolit­ana, con norme per tutti i comuni che regolament­ino i gruppi d’interesse? I socialisti hanno le loro idee e sono pronti a discuterle con tutti i riformisti. Cosa aspetta il Pd a prendere l’iniziativa? In Toscana nacque la sinistra del Novecento. Finalmente potrebbe nascervi la sinistra del futuro.

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