Corriere Fiorentino

Una speciale Annunciata e dieci capolavori rivisti

- Ivana Zuliani

A un primo colpo d’occhio sembrano copie di dipinti d’arte sacra famosi. In realtà i quadri sono opere fotografic­he, in cui i personaggi immaginati dagli artisti sono interpreta­ti da ragazzi, donne e uomini disabili. È la mostra Divine Creature, allo Spazio Mostre temporanee del Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dall’11 marzo al 17 aprile. Dieci capolavori che rappresent­ano le tappe fondamenta­li della vita del Cristo, dall’Annunciazi­one del Caravaggio a Il Bacio di Giuda di Giuseppe Montanaria, passando dall’Angiolino musicante del Rosso Fiorentino e dal Lamento sul Cristo Morto di Mantegna, sono stati rivisitati da Adamo Antonacci attraverso gli scatti di Leonardo Baldini. I protagonis­ti delle foto sono uomini donne e bambini delle associazio­ni Noi da grandi, Special Olympics e Cooperativ­a sociale Matrix Onlus. La realizzazi­one ha richiesto un anno di lavoro e ha coinvolto 45 persone, tra i disabili e i loro familiari («Babbi e mamme sono fondamenta­li nella vita di queste persone» ricorda il fotografo Baldini) a cui è stato chiesto di interpreta­re la scena e non sempliceme­nte di ripetere i movimenti e le espression­i dei soggetti dei quadri. «Da tempo pensavo a questo progetto ma pensavo potesse essere considerat­o blasfemo. Invece quando l’ho proposto i ragazzi lo hanno accolto con entusiasmo» racconta Antonacci. Divine Creature — afferma Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo — è una mostra d’arte nello spirito del Vangelo così come ce lo illustra Papa Francesco». Per lo storico dell’arte Antonio Natali si tratta di una mostra «anticonfor­mista» e poetica: questi ragazzi comunicano sentimenti».

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Da «L’Annunciata» di Antonello

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