Corriere Fiorentino

Sousa, l’allenatore solitario scaricato anche dai tifosi

Finito il tempo dei selfie. E lui: «Chi paga ha il diritto di criticare»

- Ernesto Poesio

Dal trono su cui si era insediato la scorsa stagione alla panchina che traballa sempre di più. Per Sousa ogni «presa desision» ormai è un percorso a ostacoli, tra fischi, mugugni e retropensi­eri. Che sia in sala stampa o in campo, poco cambia, qualcosa di grosso si è spezzato. E non è nemmeno una gran novità.

Certo lui ormai ci mette parecchio del suo. Come sostituire quello che è (quasi) sempre il miglior in campo, oppure spargendo en passant un po’ di ansia tra i tifosi («Clausola a Bernardesc­hi? Una direzione di vendita») giusto per non far durare troppo a lungo i sorrisi (sia mai a Firenze) generati dalla presentazi­one, il giorno prima, del nuovo stadio (chissà come sarà stato contento Andrea Della Valle). D’altronde anche i suoi, di sorrisi, sono lontani almeno un anno. E pure l’abile rito, pensato con il suo assistente mediatico personale, dei selfie con i tifosi a bordo campo mentre la squadra si riscalda a «basculare» di colpo è scomparso dai prepartita della Fiorentina. Segno che anche il portoghese ha ormai rinunciato a cercare di recuperare un rapporto a cui è poco interessat­o e che comunque vada è destinato a interrompe­rsi presto, questione di mesi.

Paulo allora fa il prudente (o il sostenuto, dipende dai punti di vista) e nemmeno si avvicina più agli spalti, perché sa che al massimo potrebbe raccoglier­e qualche pacca sulla spalla, di quelle che si danno con una buona dose di commiseraz­ione. Meglio evitarle per non rischiare che l’esperienza fiorentina oltre ad intaccare (e dovrebbe) qualche certezza tattica di troppo, finisca per mettere a dura prova anche l’amor proprio.

L’arrocco, dunque, sembra essere la strategia scelta dal portoghese per vivere questi ultimi, faticosi, mesi. Dire ma restare vago, proporre una formazione talmente sbilanciat­a da ingolfare tutti gli spazi della serie «io vi metto tutti, vedetevela un po’ voi», con il risultato però di non riuscire a schivare i cori e le critiche che anche ieri lo hanno visto grande protagonis­ta. E non in positivo.

Perché il problema, per lui, sembra essere proprio questo. Trovare il miglior finale possibile di una storia che si è fatta giorno dopo giorno meno divertente, per evitare di lasciare Firenze sì tra gli applausi, ma di sollievo. Non proprio il massimo per uno ambizioso come lui, che aspira a grandi palcosceni­ci e che fa del rapporto diretto con i tifosi una delle risorse a cui attingere nei momenti di difficoltà. Proprio come quelli che sta vivendo a Firenze dove però il «popolo» non sembra intenziona­to a seguirlo più, per non parlare di parte della Fiorentina da tempo insofferen­te alla sua gestione, dentro e fuori dal campo.

«I tifosi pagano il biglietto e hanno diritto di esprimere il disappunto», è stata la sua risposta quasi ecumenica alle bordate di fischi che sono piovuti su di lui. Non una parola di più, quasi una resa di chi ha affrontato fin dalla scorsa estate questa stagione con insofferen­za. Quella che ora sembra esserci nei suoi confronti. Non proprio il modo migliore per dirsi addio. Ma di sicuro molto efficace.

 ??  ?? Il momento del gol viola con il portiere Rafael a terra sconsolato
Il momento del gol viola con il portiere Rafael a terra sconsolato
 ??  ?? Paulo Sousa all’ingresso in campo Finito ormai il tempo dei selfie con i tifosi che lo hanno messo nel mirino
Paulo Sousa all’ingresso in campo Finito ormai il tempo dei selfie con i tifosi che lo hanno messo nel mirino

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