Maro, il fiorentino diventato campione grazie alle sconfitte
Avere talento, subire vari ko sul tatami e arrivare lo stesso ai vertici delle competizioni continentali non è da tutti. È quanto successo a Simone Marino, per tutti il «Maro», bronzo europeo nel karate da combattimento Under 21 e probabile protagonista delle Olimpiadi di Tokyo 2020 visto che l’arte marziale, proprio nel Paese dove è nata, debutterà come disciplina a cinque cerchi. Fiorentino, classe 1996, azzurro nella categoria +84 kg kumite, numero 24 al mondo e primo italiano nel ranking WKF, Marino ha vinto l’oro all’Open de Paris, prima gara della Premier League del karate tra cento atleti in rappresentanza di 80 paesi. «La storia di Simone è emblematica di chi, nonostante le sconfitte, riesce a diventare un campione. Fino a 14 anni — racconta il maestro Francesco Puleo — il “Maro” non riusciva mai a vincere un combattimento. L’ho preso nella mia squadra, il team Puleo, e gli ho proposto un metodo nuovo d’allenamento. In un anno è arrivato secondo ai campionati italiani, è stato convocato in Nazionale e ha mostrato una velocità e una potenza nel pugno improvviso, il Kizami Tsuki, che lo ha subito proiettato tra gli atleti più interessanti del panorama internazionale. Suo il bronzo europeo Under 18 di Lisbona nel 2014 e di Zurigo 2015. L’anno scorso ha vinto il titolo italiano e ora ci prepariamo per i mondiali». Il combattimento agonistico del karate riunisce colpi presenti nel taekwondo, nel pugilato e nel judo. Marino, assieme a Viola Lallo, numero 23 del ranking mondiale femminile, e ad altri tre fiorentini Mattia Pampaloni, Daria Pitta e Alessia Coppola Neri hanno ottime possibilità di gareggiare in Giappone fra tre anni. «La federazione — conclude Puleo — punta molto su Simone e dopo i mondiali entrerà in pianta stabile nella squadra italiana. L’attuale azzurro nella categoria di Marino è Stefano Maniscalco già tre volte campione del mondo. “Maro” è il suo erede».