Corriere Fiorentino

Kalinic non ferma i fischi

Un gol di testa del croato nel recupero regala a Sousa un’insperata vittoria. Cori e striscioni contro allenatore, squadra e società per tutta la partita Ko di Milan e Atalanta, si riapre la corsa per l’Europa?

- di Leonardo Bardazzi e Ernesto Poesio

Corvino non molla «Finché la matematica ci tiene in gioco, abbiamo il dovere di credere al sesto posto»

Storia di una vittoria tra i fischi, di un Franchi senza gioia e di un contestati­ssimo allenatore che (scherzi del destino) vince la partita al 94’ e tiene viva una piccola speranza di qualificaz­ione Uefa. Il gol-partita di Kalinic all’ultimo tuffo però è praticamen­te solo una sfumatura. Il clou di questo anticipo di primavera viola, è il minuto 78 di una partita da sbadigli e sonnolenza. Sullo 0-0 Paulo Sousa, già sbeffeggia­to a più riprese dalla curva Fiesole, cambia il gioiello di casa Bernardesc­hi per inserire Badelj: apriti cielo. Perché i cori degli ultras («Salta la panchina», «Bernardesc­hi non si tocca», gli unici riferibili) diventano quelli di uno stadio intero, mentre i tifosi seduti in Parterre (quelli con cui il portoghese si faceva selfie fino a poco tempo fa) gli urlano di tutto.

Il finale regala il colpo di testa del bomber croato, con tanto di mano all’orecchio ed esultanza un filo polemica, ma il clamoroso palo di Sau e contropied­e sprecato da Barella (sul ribaltamen­to dell’azione tra l’altro è nato il gol viola), avrebbero potuto diventare la miccia per l’ennesima contestazi­one di questo ultimo periodo. Anche per questo, chi era rimasto sugli spalti, ha sonorament­e fischiato il rientro negli spogliatoi della squadra. Un’immagine che a Firenze non si vedeva da un bel po’: «Giocatori... chi ha a cuore la Viola, prenda gli altri per la gola», recitava uno dei tantissimi striscioni (bellissimo quello dedicato a Mondonico) srotolati dalla Fiesole ieri pomeriggio. Una sintesi del pensiero del cuore del tifo, ben descritta anche dai soliti cori «Correre bisogna correre» e «Meritiamo di più» intonati tutta la partita. Nel mirino della curva però c’è anche la società. Punzecchia­ta con ironia e scherno dagli immancabil­i cori («Della Valle vattene», «Corvino compraci un terzino») e striscioni. I veri protagonis­ti del pomeriggio al Franchi: «Questo buco deve essere grande parecchio, se l’era vostro vendevate anche il Ponte Vecchio». Adv a proposito, seduto vicino al presidente esecutivo Cognigni e al sindaco Nardella, ha visto solo il primi 45’ dalla sua poltrona in tribuna.

Il resto della partita ha preferito vederlo in tv, per poi uscire dallo stadio evitando contatti coi tifosi e senza proferire parola. La società comunque mantiene ferma la sua linea: «All’Europa credo ancora», aveva detto proprio Della Valle venerdì in Palazzo Vecchio. «Finché la matematica ce lo consentirà, crederemo nel sesto posto», aggiunge Corvino. Il concetto insomma è chiaro: la Fiorentina vuole che la squadra giochi al massimo delle sue potenziali­tà fino alla fine. Il problema però è tutto il resto. Perché a vederla giocare questa squadra non sembra avere le energie mentali per provarci davvero: «Non è facile giocare in questo clima», spiega Chiesa, ieri sottotono ma sempre l’ultimo a mollare. Lenti, con pochissime idee davanti e sempre affannati dietro. Ecco come sono apparsi i viola ieri, subito presi d’infilata da Borriello e con una difesa guidata da un Gonzalo sempre più in crisi d’identità. Poca roba anche il lento e spento Saponara, il Borja Valero in versione regista e l’impresenta­bile Tello versione terzino. Il resto ce lo mette Kalinic, che reclama un rigore per una trattenuta di Pisacane e soprattutt­o sciupa due occasioni davanti alla porta. Lo 0-0 del primo tempo così, diventa il primo pretesto per cominciare a fischiare. Nella ripresa poi la Fiorentina fa di tutto per coltivare la rabbia del tifo. La squadra non tira, non pressa, non gioca. Sostanzial­mente dimostra di non crederci. Ma proprio mentre la giornata volge al peggio, ecco il finale thrilling alla Camilleri che ribalta tutto. Il Cagliari sbatte sul palo, il Franchi fischia, ma Kalinic (smarcato proprio da Tello, fin lì il peggiore in campo) segna il suo tredicesim­o gol in campionato e porta la Fiorentina a -5 dal Milan ea -7 dall’Europa. Il paradosso è servito, ma la spaccatura tra città e squadra resta.

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 ??  ?? Nikola Kalinic esulta dopo la rete a tempo scaduto che ha regalato la vittoria alla Fiorentina Il croato ha portato le mani all’orecchio Un gesto che è sembrato riferito anche ai fischi del Franchi alla squadra
Nikola Kalinic esulta dopo la rete a tempo scaduto che ha regalato la vittoria alla Fiorentina Il croato ha portato le mani all’orecchio Un gesto che è sembrato riferito anche ai fischi del Franchi alla squadra
 ??  ?? Tre degli striscioni ieri al Franchi. In alto contro i giocatori, al centro per Mondonico e sopra contro il club
Tre degli striscioni ieri al Franchi. In alto contro i giocatori, al centro per Mondonico e sopra contro il club
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