LE CATEGORIE: «ADDIO VOUCHER, POSTI A RISCHIO»
Il decreto Gentiloni che cancella i voucher non piace al mondo delle imprese, grandi e piccole, della Toscana. L’esecutivo ha motivato la cancellazione con la volontà di non spaccare il Paese con il referendum proposto dalla Cgil e per il lavoro occasionale e la lotta al lavoro nero guarda al modello tedesco con i «mini jobs», cioè contratti anche di poche ore e con tetto ai compensi massimi cumulati. Le categorie però non ci stanno e denunciano i problemi causati dall’abolizione dei voucher. Per Franco Brogi, presidente di Fiepet Confesercenti, associazione che rappresenta le imprese della ristorazione, bar, pizzerie, sale da ballo e pub e non solo, «con il vuoto normativo a rischio migliaia di posti di lavoro nelle nostre attività. Le aziende del nostro settore sono chiamate a gestire picchi di lavoro a seconda della stagione e anche del giorno settimanale, come dovranno fare adesso?». Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Toscana, provoca: «Si tolgono i voucher perché qualcuno ne abusa? Bene, allora con lo stesso criterio togliamo le pensioni di invalidità perché qualcuno ne fa abuso. La decisione del governo è scellerata». «Il voucher era un investimento sulla legalità. Il suo uso, oltretutto, finora è stato marginale per le piccole imprese della ristorazione e ha garantito quel minimo di flessibilità che il mercato richiede invece sempre di più — aggiunge Aldo Cursano, presidente di FipeConfcommercio Toscana — Le imprese sono ostaggio delle debolezze e delle contraddizioni della politica». Mentre Confindustria, con suo presidente nazionale Vincenzo Boccia, ha definito «deludente, anche come scelta politica, la strada intrapresa dal governo» che così cancella il referendum promosso dalla Cgil. Milioni di voucher venduti in Toscana nel 2016. Il 30% in più del 2015