Le farfalle con lo scudetto
Scandicci, in un memorabile sabato pomeriggio le ragazze della Valdagna raggiunsero la vetta della pallavolo italiana
Tutto è pronto: alla squadra nata nella scuola media Giusti di Scandicci appena sei anni prima per volontà del professore Raffaello Giuntini che ha «importato» la pallavolo dalla vicina Sesto, basta una vittoria per assicurarsi il tricolore, il primo della sua incredibile storia.
È successo tutto così velocemente: l’approdo dalla serie C alla B con i colori della Robur, il campionato di B dominato con l’esordio nel finale della fuoriclasse rumena Rodica Popa, l’approdo a Scandicci dell’altra rumena Mariana Baga, della nazionale Eralda Camerin che faceva l’Isef a Firenze, di Susanna Marè dal Club Sportivo Firenze e di Cristina Lenzi da Empoli, la scalata al posto da titolare della giovanissima ragazza di casa Paola Dei, i successi in serie A con il nome di Valdagna, lo sponsor arrivato a dare forza ed ambizioni al club.
Nella palestra Fermi di via Pantin la squadra non riesce quasi ad entrare dalla folla in attesa, con le transenne lette- ralmente sulle linee del campo. I duemila tifosi, sindaco compreso, non stanno più nella pelle, mentre dall’altra parte aspetta la rivale di tutta la stagione, l’Orlandini Reggio Emilia, l’unica finora in grado di battere la Valdagna. Come ogni sabato al palasport c’è anche Bino Bini. L’industriale di Prato — che abita nella splendida villa Antinori a Rinaldi e che, per «colpa» delle giocatrici Susanna Tassini e Teresa Mori, anch’esse di Rinaldi, incontrò Giuntini e decise di sponsorizzare la squadra innamorandosi poi della pallavolo e del club — soffre e sorride per le sue ragazze, stringe mani, non vede l’ora che la partita inizi. Ci sono tantissime famiglie, c’è tutta Scandicci e qualche tifoso fiorentino che ha mollato gli uomini della Ruini per scoprire la pallavolo rosa. C’è anche il presidente della federazione e molti giornalisti.
La Valdagna a inizio stagione è tra le favorire per lo scudetto insieme con la Orlandini, complice «la formidabile rumena Popa» capace di schiacciare dentro i tre metri cosa allora ai limiti dell’impossibile per una donna. E i pronostici si sono presto rivelati esatti grazie al «sergente di ferro» Giuntini, sempre in grado di tenere unito il gruppo — nonostante la personalità ingombrante di Popa, la presenza nel sestetto di sua moglie Gabriella Rossi e la netta differenza di età tra le atlete — e di far crescere in tecnica e convinzione il sestetto. Il segreto? Più di uno. La palestra di via Pantin diventata inespugnabile grazie al calore dei tifosi, le ragazze che stanno insieme dopo le gare, vanno a mangiare la pizza a Casellina e la domenica in villa da Bini a fare merenda, la preparazione atletica e tecnica curata nei dettagli da Giuntini, Popa e Baga leader sul campo.
I risultati si vedono presto con la testa della classifica di serie A conquistata e mai persa (al massimo tenuta in condominio con Reggio Emilia). La svolta arriva a dicembre, con la vittoria per 3-0 a Parma contro il Cus, altra favorita per il tricolore, dopo una gara perfetta della scatenate atlete della Valdagna: «Rodi» Popa si trova sempre meglio con le alzate di Marè e Rossi, Baga è fortissima a muro, Lensi, Camerin e «Paolina» Dei ruotano per i due posti di schiacciatrice. La giornata dopo ecco lo stop a Reggio, in un combattuto 3-0 (19-17, 15-13, 16-14), ma la marcia di Popa e compagne riprende immediatamente, con la palestra Fermi sempre più piena e le ragazze salutate e fermate per strada da tutti, amici e sconosciuti, fino al titolo d’inverno ai danni della solita Orlandini, con l’arci-rivale Fano più staccata.
Sempre più spesso alle partite assiste anche Aldo Bellagambi, tecnico della nazionale donne, mentre nei giardini di Scandicci si gioca solo a pallavolo, anche tra ragazze e ragazzi, e il sogno di aggiungere allo scudetto juniores vinto nel ‘72, battendo anche squadre di serie A, il tricolore «grande» diventa sempre più concreto.
Paola Dei è la beniamina di casa, protagonista ad appena 18 anni, unica del vivaio a giocare da titolare, Popa l’idolo, Marè l’alzatrice sfrontata, Baga il «collante» forte di una tecnica eccelsa, ma l’Orlandina non molla e a tre gare dalla fine della stagione con le reggine a soli due punti i giochi sono ancora aperti. Il sabato prima l’Orlandina vince sul difficile campo di Fano e la Valdagna mette a segno l’ennesimo 3-0 (alla fine del torneo perde in tutto 9 set, contro i 51 vinti e Rodica Popa è nominata miglior giocatrice del campionato) e a una giornata dalla fine della stagione le ospiti hanno una unica possibilità; vincere e poi sperare in un eventuale spareggio.
Nel caos allegro della Fermi, decorata con grandi striscioni, uno per giocatrice (Popa+Baga=Scudetto, Dei= Piccola grande furia, e così via) e con decine di bandiere grandi e piccole a sventolare senza sosta, Scandicci vuole la rivincita e la partita dura solo un set, il primo, tiratissimo tra un’infinità tra cambi palla e punti fino al 16-14, frutto del ritmo sempre alto della Valdagna.
Da lì è già festa (15-1, 15-6, gli altri due set), emozione e commozione fino alle lacrime, attesa spasmodica del fischio finale, con un solo rischioscudetto. A un certo punto la condensa prodotta da così tanti tifosi in così poco spazio rende il linoleum impraticabile, con le ragazze in equilibrio precario, Reggio protesta e la gara viene sospesa dagli arbitri. Ma dopo qualche minuto di panico è il signor Coli, mesticatore e tifoso della squadra, che risolve il problema: corre al suo negozio, tirato su il bandone, prende un barattolo di pece e poi lo versa sul linoleum rendendolo meno scivoloso.
Il risultato? Gli arbitri danno il permesso di ricominciare a giocare. Scampato pericolo, dunque. Anche se le conseguenze, divertenti, del colpo di enio del signor Coli si vedono immediatamente sulle ginocchiere e sulle scarpe diventate presto nere, come le mani e perfino i volti. Valdagna e Orlandini aspettano la fine della partita facendo quasi accademia. Poi l’invasione di campo, gli abbracci, i cori, la gioia incontenibile della Fermi e di Scandicci, infine la pizza di squadra e staff a Casellina per chiudere una serata indimenticabile: la Valdagna Scandicci scrive per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro della massima serie della pallavolo femminile.